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Il caso
16 Dicembre 2024 - 11:39
(Fonte Mediaset Infinity)
lL caso è esploso quando Carmela Febbraro, pescivendola di Casoria, un piccolo comune in provincia di Napoli, conosciuta sui social come "la pescivendola più bella d'Italia", ha iniziato a pubblicare video su TikTok in cui interagiva in modo violento con gli animali marini. Tra le immagini più scioccanti ci sono le schicchere sugli occhi dei polpi, per mostrare che l'occhio si apre e si chiude, facendo capire che l'animale è vivo. Altre riprendono gamberi e astici usati come pistole. In un episodio, un polpo viene sollevato e strappato dalla vasca, fatto roteare dalla donna mentre si vede il povero animale contorcersi disperato. In un altro video, un pesce viene lanciato contro un muro, per enfatizzare la sua "freschezza".
Enrico Rizzi, attivista animalista, ha preso posizione contro la pescivendola, accusandola di sfruttare gli animali per fare spettacolo. Rizzi ha sottolineato che molti dei suoi seguaci hanno espressamente criticato i video, lamentando la sofferenza degli animali e chiedendo di fermare tali comportamenti. In particolare, gli utenti hanno commentato con messaggi di disapprovazione, parlando di "anime sofferenti" e di "dolore evidente" negli animali ripresi.
Rizzi ha poi portato la sua denuncia alle forze dell’ordine. In un’intervista, ha dichiarato che spesso è costretto a sostituirsi alle istituzioni, che, a suo parere, non fanno abbastanza per proteggere gli animali. L’attivista ha quindi presentato una denuncia formale per maltrattamento e ha chiesto il sequestro della pescheria di Carmela Febbraro per violazioni delle normative igienico-sanitarie.
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Il caso è arrivato all'attenzione nazionale grazie a un servizio delle Iene, che ha messo in luce la crudeltà delle azioni di Carmela. Dopo l’indagine, i Carabinieri hanno preso provvedimenti, bannando l'account TikTok della pescheria e avviando un'indagine più approfondita. L’operato dei Carabinieri e la denuncia di Rizzi hanno scatenato un dibattito sul trattamento degli animali nei video virali e sulle responsabilità di chi li sfrutta per ottenere visualizzazioni.
La vicenda ha diviso l’opinione pubblica. Mentre alcuni difendono la pescivendola, considerandola una figura simpatica che non intendeva fare del male agli animali, altri sono inorriditi dalla violenza gratuita mostrata nei video. La polemica ha sollevato anche un interrogativo importante: fino a che punto è giustificato sfruttare gli animali per intrattenimento sui social media?
La chiusura dell'account TikTok è stata una reazione immediata e necessaria, ma la questione solleva un problema più ampio: l’uso dei social per mostrare e, a volte, sfruttare gli animali per guadagnare visualizzazioni e fama. Questo episodio potrebbe diventare un punto di partenza per una riflessione più profonda sulla protezione degli animali e sull'etica dei contenuti pubblicati online.
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