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Il caso
12 Gennaio 2025 - 11:30
(Fonte Etv)
Quello che doveva essere un presidio pacifico per ricordare Ramy Elgaml, il 19enne morto a Milano durante un inseguimento con i carabinieri, si è presto trasformato in una guerriglia urbana che ha lasciato segni profondi nel cuore della città. La tensione, palpabile fin dai primi momenti, è esplosa con una violenza che ha coinvolto non solo polizia e manifestanti, ma anche attività commerciali e luoghi simbolici.
Il sindaco Matteo Lepore ha denunciato con fermezza quanto accaduto, parlando di un episodio che va ben oltre il vandalismo e tocca corde delicate, quelle della convivenza civile. In un messaggio pubblicato sui social, Lepore ha espresso solidarietà alla comunità ebraica e ai commercianti danneggiati, assicurando il supporto dell’amministrazione comunale. La situazione è resa ancor più grave dal fatto che si tratta del secondo corteo degenerato in violenza negli ultimi tre mesi.
Durante la protesta, la sinagoga è stata presa di mira con minacce e atti intimidatori. Non sono mancati episodi di violenza anche contro il commissariato di polizia, bersagliato da bombe carta, e contro il cuore della città, con vetrine infrante e muri imbrattati. La rabbia ha invaso il centro, trasformando una manifestazione in un teatro di distruzione.
Il corteo, partito pacifico, ha perso il controllo strada facendo, coinvolgendo centinaia di persone. Gli organizzatori avevano dichiarato l’intento di portare attenzione sulla vicenda di Ramy, ma il messaggio è stato oscurato dalle immagini di devastazione. La situazione è rapidamente degenerata, costringendo le forze dell’ordine a intervenire con cariche e lacrimogeni per disperdere i manifestanti più violenti.
A poche ore dai fatti, il panorama politico si compatta in una condanna unanime. Da destra a sinistra, l’indignazione è palpabile. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha definito “ignobili” gli atti contro la sinagoga, ricordando che simili episodi non hanno spazio in una società democratica. Anche diversi esponenti del governo e delle opposizioni hanno preso posizione, chiedendo di abbassare i toni e ripristinare un clima di dialogo.
Gli abitanti di Bologna si trovano a fare i conti con una città ferita. I commercianti, i cui negozi sono stati devastati, chiedono interventi concreti per proteggere il centro storico, già provato da altre manifestazioni recenti. La comunità ebraica, intanto, si dice scossa ma non intimidita: “Non ci faremo sopraffare dall’odio”, ha dichiarato un rappresentante.
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