Cerca

MOTOR VALLEY

Tutte le notizie e i fatti direttamente dal cuore della Motor Valley

fatti e notizie

MOTOR VALLEY

Il caso

Bologna, dalla memoria di Ramy al caos: fiamme e accuse di odio razziale

Una manifestazione che doveva unire si trasforma in guerriglia urbana

L’ambasciatore d’Israele in Italia, Jonathan Peled, ha definito l’attacco vandalico contro la sinagoga di Bologna “un grave atto antisemita” che merita una condanna netta e inequivocabile. La dichiarazione, pubblicata su X, arriva dopo una notte di tensioni culminate in scontri violenti durante un corteo in memoria di Ramy Elgaml, giovane la cui tragica vicenda è diventata un simbolo per le proteste di piazza. Quella che doveva essere una manifestazione pacifica si è trasformata in guerriglia urbana, con cassonetti incendiati, lancio di bombe carta e danni significativi nei pressi del luogo di culto ebraico.

Peled ha espresso solidarietà alla comunità ebraica bolognese, ribadendo la necessità di un intervento fermo contro episodi che minano la convivenza civile. La sua presa di posizione è stata affiancata dalle parole di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, che ha criticato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, per aver esposto in sedi istituzionali la bandiera palestinese, definendola ormai un “simbolo di incitazione all’odio anti-ebraico”.

In parallelo, la famiglia di Ramy Elgaml ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, esprimendo dolore per la strumentalizzazione del nome del giovane. “Il nostro unico desiderio – si legge nella nota – è che la giustizia faccia il suo corso senza sfruttamenti o manipolazioni. Condanniamo con fermezza ogni forma di violenza e vandalismo avvenuta durante le manifestazioni.” La famiglia si è detta sconvolta dalla piega degli eventi, sottolineando che la memoria di Ramy dovrebbe essere onorata con dignità e rispetto, non con atti di distruzione.

Il corteo, inizialmente pacifico, era stato organizzato per ricordare Ramy, ma è rapidamente degenerato. Le strade del centro storico di Bologna si sono trasformate in un campo di battaglia, con la polizia costretta a intervenire per contenere la situazione. Le immagini delle fiamme, delle cariche e dei danneggiamenti hanno fatto il giro del web, sollevando un acceso dibattito sull’equilibrio tra diritto alla protesta e sicurezza pubblica.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter