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Il caso
12 Gennaio 2025 - 16:30
L’ambasciatore d’Israele in Italia, Jonathan Peled, ha definito l’attacco vandalico contro la sinagoga di Bologna “un grave atto antisemita” che merita una condanna netta e inequivocabile. La dichiarazione, pubblicata su X, arriva dopo una notte di tensioni culminate in scontri violenti durante un corteo in memoria di Ramy Elgaml, giovane la cui tragica vicenda è diventata un simbolo per le proteste di piazza. Quella che doveva essere una manifestazione pacifica si è trasformata in guerriglia urbana, con cassonetti incendiati, lancio di bombe carta e danni significativi nei pressi del luogo di culto ebraico.
Esprimo la mia vicinanza e solidarietà alla Comunità ebraica di Bologna, a seguito degli attacchi compiuti contro la locale Sinagoga. Un grave attacco antisemita, che deve essere condannato con assoluta fermezza.
— Ambassador Jonathan Peled (@JonathanPeled) January 12, 2025
Peled ha espresso solidarietà alla comunità ebraica bolognese, ribadendo la necessità di un intervento fermo contro episodi che minano la convivenza civile. La sua presa di posizione è stata affiancata dalle parole di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, che ha criticato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, per aver esposto in sedi istituzionali la bandiera palestinese, definendola ormai un “simbolo di incitazione all’odio anti-ebraico”.
Il sindaco di Bologna. La città dove le sinagoghe vengono assaltate. Qualcun altro aveva suggerito di protestare davanti alle sinagoghe. Complimenti a questi galantuomini. pic.twitter.com/QTYGpnm0xd
— Winston P. (@partigggiano) January 12, 2025
In parallelo, la famiglia di Ramy Elgaml ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, esprimendo dolore per la strumentalizzazione del nome del giovane. “Il nostro unico desiderio – si legge nella nota – è che la giustizia faccia il suo corso senza sfruttamenti o manipolazioni. Condanniamo con fermezza ogni forma di violenza e vandalismo avvenuta durante le manifestazioni.” La famiglia si è detta sconvolta dalla piega degli eventi, sottolineando che la memoria di Ramy dovrebbe essere onorata con dignità e rispetto, non con atti di distruzione.
Il corteo, inizialmente pacifico, era stato organizzato per ricordare Ramy, ma è rapidamente degenerato. Le strade del centro storico di Bologna si sono trasformate in un campo di battaglia, con la polizia costretta a intervenire per contenere la situazione. Le immagini delle fiamme, delle cariche e dei danneggiamenti hanno fatto il giro del web, sollevando un acceso dibattito sull’equilibrio tra diritto alla protesta e sicurezza pubblica.
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