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Abusi all’Università di Bologna: professore a processo, il ricercatore accusa: "Non mi lasciava in pace"

Avances, messaggi allusivi e contatti indesiderati nei laboratori. Scatta il codice rosso, l’accusa è di molestie e stalking. Il processo parte questa settimana

Abusi all’Università di Bologna: professore a processo, il ricercatore accusa: "Non mi lasciava in pace"

Immagine di repertorio

L’Alma Mater Studiorum di Bologna al centro di un caso giudiziario che vede coinvolto un professore associato del Dipartimento di Scienze Biologiche, accusato di violenza sessuale aggravata e atti persecutori nei confronti di un giovane ricercatore.

Secondo la denuncia, il ricercatore trentenne avrebbe subito molestie per oltre due anni. Le indagini raccontano una serie di episodi di molestia: dalle avances ai messaggi allusivi, fino a contatti fisici indesiderati nei laboratori dell’università. "Mi perseguita", aveva dichiarato la vittima, che ha trovato il coraggio di denunciare solo dopo un lungo periodo di presunte pressioni.

La segnalazione ai carabinieri ha attivato il protocollo del 'codice rosso', che ha portato a una misura cautelare contro il docente: il divieto di avvicinamento alla vittima, con monitoraggio tramite braccialetto elettronico. Una decisione che evidenzia la gravità delle contestazioni mosse al professore, un uomo sulla cinquantina con una carriera accademica di rilievo.

Il processo si apre questa settimana, con la procura di Bologna che ha richiesto il giudizio immediato, bypassando l’udienza preliminare. Le accuse sono pesanti: violenza sessuale aggravata dalla posizione di potere e atti persecutori che si sarebbero protratti fino al giugno 2024.

Entrambi i protagonisti della vicenda lavorano ancora nell’ateneo, ma in ambienti separati. Il rettore Giovanni Molari, interpellato dal Resto del Carlino, ha dichiarato: «Siamo a conoscenza del caso e del procedimento penale in corso. Attendiamo gli accertamenti della magistratura prima di valutare eventuali provvedimenti». Una linea prudente, nel rispetto della presunzione di innocenza, ma che lascia aperta la possibilità di interventi futuri in base all’esito del processo.

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