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Il fatto
28 Febbraio 2025 - 11:30
La sera dello scorso 11 gennaio il centro di Bologna è stato teatro di una serie di episodi di violenza insensata da parte degli antagonisti. Il questore Antonio Sbordone ha dichiarato il giorno seguente: "A Bologna siamo abituati a gestire manifestazioni che prendono anche derive violente. Ma ieri non c’è stata nessuna manifestazione: solo violenza". Un mese e mezzo dopo quei fatti, originati da un presidio, mai effettivamente avvenuto, volto a chiedere giustizia per Ramy Elgaml in Piazza San Francesco, la Digos ha denunciato quindici individui. Questi soggetti, noti attivisti nell'ambito antagonista e anarchico, sono stati identificati tra coloro che hanno devastato parte del centro storico. L'informativa inviata alla Procura è il risultato dell'analisi di centinaia di video, non solo di quelli girati da poliziotti e carabinieri durante le ore di caos, ma anche delle riprese effettuate dagli impianti di videosorveglianza pubblici e privati. Un lavoro di indagine complesso ha consentito di attribuire le prime responsabilità per atti di vandalismo e violenze contro le forze dell'ordine. Gli indagati sono accusati a vario titolo di travisamento, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento, lancio pericoloso di oggetti e accensioni di materiali pericolosi. Tra gli antagonisti riconosciuti vi sono attivisti del CUA e dell'ex centro sociale XM24, soggetti già noti per precedenti fatti di piazza, tutti maggiorenni.
Era prevedibile, comunque, che, sebbene le prime tensioni siano state innescate da un gruppo di giovani 'maranza' minorenni, la regia della successiva violenza fosse opera di esperti del disordine. Cassonetti dati alle fiamme e usati come barricate, bombe carta, assalti armati di spranghe - sottratte ai numerosi cantieri del centro - contro le forze dell'ordine, istituti di credito, bar e perfino boutique. Circa duecento persone si sono spostate in modalità 'assalto e ritirata' da una strada all'altra del centro, attraversando via Farini, la zona universitaria, piazza Galvani e via Rizzoli. Uno schema strategico, nonostante la sua apparente confusione, mirato a creare scontri fini a se stessi. La mattina della domenica successiva, in città si contava il bilancio dei danni: una prima stima del Comune ammontava a 70mila euro, forse sottostimata. Ora, con l'indagine della Digos conclusa, l'ultima parola spetta alla Procura.
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