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Confisca milionaria

Beni per 4,4 milioni confiscati a Salvatore Marrazzo, tra cui il ristorante La Bella Napoli e il B&B Maison Juliette

Marrazzo era stato arrestato già tra il 2018 e il 2020 per aver tentato di evadere il fisco

Beni per 4,4 milioni confiscati a Salvatore Marrazzo, tra cui il ristorante La Bella Napoli e il B&B Maison Juliette

Un'operazione della Guardia di Finanza di Bologna ha portato alla confisca di beni per un valore superiore a 4,4 milioni di euro nei confronti di Salvatore Marrazzo, un imprenditore 53enne originario della Campania, ma residente a Bologna da anni. La confisca, confermata dalla Cassazione, riguarda sette complessi immobiliari situati principalmente nei centri storici di Bologna e Riccione, tra cui la pizzeria "La Bella Napoli" di via San Felice e il bed and breakfast "Maison Juliette" di via Riva Reno. A Marrazzo sono stati sottratti anche beni finanziari come polizze vita, disponibilità monetarie e strumenti finanziari, per un totale che ammonta a circa 1,6 milioni di euro.

L'operazione è stata coordinata dal pm della Direzione Distrettuale Antimafia Flavio Lazzarini e supportata dalla sostituta pg Antonella Scandellari. La confisca è stata disposta dalla Corte d'Appello di Bologna sulla base di prove che evidenziavano un'incongruenza tra il reddito dichiarato da Marrazzo e il suo stile di vita particolarmente agiato, in relazione agli investimenti effettuati nel tempo.

Marrazzo era stato già arrestato in passato, tra il 2018 e il 2020, nell'ambito di un'indagine che aveva smascherato un sistema di fallimenti pilotati con l’obiettivo di evadere il fisco. Nel corso delle indagini successive, la Guardia di Finanza ha evidenziato la "pericolosità economico-finanziaria" dell’imprenditore, che aveva accumulato una notevole fortuna stimata intorno ai nove milioni di euro, sebbene i suoi redditi ufficiali fossero modesti. Secondo gli investigatori, gran parte di queste risorse derivava da attività illecite, come truffe e frodi fiscali, che Marrazzo ha continuato a realizzare nel corso degli anni, a volte associandosi con criminali pregiudicati.

Una parte dei fondi proveniva da conti bancari in Croazia, dove venivano trasferiti soldi sottratti ad imprese fallite o evasi dal fisco italiano. Queste risorse venivano successivamente reinvestite in operazioni immobiliari e commerciali tra Bologna e la Riviera Romagnola, facendo così crescere ulteriormente il patrimonio dell'imprenditore.

L’operazione è un ulteriore passo nell'incessante attività della Guardia di Finanza per contrastare il riciclaggio e l'evasione fiscale, mirando a colpire chi, attraverso il crimine economico, accumula ricchezze illecite a danno della collettività.

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