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Affitti in crescita

Crescita dei canoni del 5,2% rispetto al 2024 e sfide per il personale sanitario in un mercato immobiliare saturato

La crisi degli affitti: emergenza abitativa e soluzioni per operatori e infermieri

Crescita dei canoni del  5,2% rispetto al 2024 e sfide per il personale sanitario in un mercato immobiliare saturato

A Bologna il mercato degli affitti continua a crescere: secondo un’analisi di Nomisma, commissionata da Crif in collaborazione con Confabitare, nel 2024 i canoni di locazione sono aumentati in media del 5,2% rispetto all’anno precedente. Sotto le Due Torri, affittare casa costa in media 813 euro al mese, ben al di sopra della media nazionale di 541 euro.

La domanda di locazioni in città resta molto alta: circa il 30% delle abitazioni è affittato, contro una media italiana del 18%. Tuttavia, il mercato è ancora fortemente condizionato dalla tendenza a privilegiare inquilini “fidati”, spesso segnalati da amici o familiari, rendendo l’accesso più difficile per chi è fuori da queste reti sociali.

Eppure, a fronte di una domanda elevata, a Bologna si contano circa 18mila case vuote, inutilizzate o sottoutilizzate. Una parte di queste è stata riconvertita per gli affitti brevi, ma molte restano sfitte per timori legati alla morosità, ai danni agli immobili o alla difficoltà di liberare le abitazioni in caso di problemi con gli inquilini.

Le conseguenze si fanno sentire soprattutto tra le categorie più esposte, come infermieri e operatori sanitari, che sempre più spesso faticano a trovare alloggi a prezzi accessibili. Il Comune ha già avviato un dialogo con l’Ordine degli infermieri e con l’assessore regionale Massimo Fabi per individuare strumenti di sostegno economico al pagamento dell’affitto.

Un’altra strada è stata proposta dal sindaco Matteo Lepore, che punta a utilizzare aree demaniali e fondi del PNRR per creare nuovi alloggi dedicati al personale sanitario. “Stiamo lavorando — ha dichiarato — perché la Fondazione per l’Abitare della città possa collaborare, o addirittura accogliere, le aziende sanitarie. È una delle priorità regionali: accogliere e trattenere il personale sanitario, per non mettere ancora più in crisi il nostro sistema ospedaliero”.

L’allarme è chiaro: se non si interviene presto, Bologna rischia di perdere lavoratori essenziali per la tenuta del welfare locale, con ricadute dirette su ospedali e servizi sanitari.

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