Maria ha 72 anni e vive da sola nel centro di Bologna, in un appartamento che un tempo era perfetto per una famiglia, ma che ora si rivela sempre più scomodo. Le scale sono ripide, il bagno non ha alcun supporto per la mobilità e le spese di manutenzione sono difficili da sostenere con una pensione modesta. Come Maria, sono oltre 124.900 le persone con più di 59 anni che vivono in condizioni di potenziale solitudine abitativa nel territorio bolognese. Ed entro il 2043, secondo le stime, gli over 59 rappresenteranno il 38,3% della popolazione della città metropolitana. Per rispondere a queste sfide, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con Scs Consulting e Swg, ha avviato un’indagine per comprendere meglio le esigenze abitative della popolazione anziana.
Il sondaggio, che coinvolgerà un campione di 1.000 persone, si propone di analizzare non solo le caratteristiche degli alloggi, ma anche le reti di supporto familiare e sociale, le condizioni economiche e di salute e il livello di accessibilità delle abitazioni. Le criticità di un’abitazione che non invecchia con i suoi abitanti La casa, spesso pensata per una vita attiva e indipendente, può trasformarsi in un ostacolo con l’avanzare dell’età. Tra le principali difficoltà emergono: • Barriere architettoniche: molti edifici non dispongono di ascensori o di soluzioni per chi ha problemi di mobilità. • Costi di manutenzione e affitto: la sostenibilità economica diventa un problema, specialmente per chi vive solo e ha una pensione limitata. • Isolamento sociale: vivere da soli senza una rete di supporto può avere conseguenze sulla salute fisica e mentale. Dati e politiche: il ruolo della ricerca Secondo l’assessora alla Sicurezza del Comune di Bologna, Matilde Madrid, questa ricerca è fondamentale per sviluppare politiche abitative più efficaci. "I dati ci aiuteranno a comprendere meglio le esigenze della popolazione anziana e a programmare interventi mirati, soprattutto per migliorare la qualità della vita nelle abitazioni", spiega. L’obiettivo è creare soluzioni concrete, che vadano dalla riqualificazione degli spazi abitativi al sostegno economico per affitti e manutenzione. Anche il demografo Gianluigi Bovini, consulente della Fondazione del Monte, sottolinea l’urgenza di un approccio più attento: "In molte famiglie con persone over 59 si registrano difficoltà crescenti nell’abitare, e senza interventi adeguati il problema potrebbe aggravarsi nei prossimi anni". Un futuro da ripensare Se il numero di anziani cresce, ma le case rimangono le stesse, il rischio è di trovarsi di fronte a un’emergenza abitativa silenziosa. I risultati di questa ricerca potrebbero rappresentare un primo passo per ridisegnare una città più inclusiva e a misura di tutte le età. Perché invecchiare non dovrebbe significare doversi adattare a spazi inadatti, ma abitare in luoghi che continuino a essere davvero "casa".
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