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Cronaca
12 Aprile 2025 - 15:15
Foto di repertorio
In un contesto già complesso e delicato, le carceri dell'Emilia-Romagna si trovano ad affrontare una situazione critica, con un sovraffollamento che raggiunge picchi del 170% a Bologna e del 122% a Parma e le condizioni di vita dei detenuti sempre più insostenibili. A lanciare l'allarme sono i garanti dei detenuti regionale e comunale, Roberto Cavalieri e Antonio Ianniello, che denunciano spazi ristretti, cibo scadente e condizioni detentive definite gravissime e disumane.
Attualmente, nelle carceri dell'Emilia-Romagna sono ospitati 3.834 detenuti, a fronte di una capienza massima di 2.987 posti. Questo significa che 847 persone vivono in condizioni di sovraffollamento, costrette a stringersi in celle già anguste. A peggiorare la situazione è la carenza di personale: su 2.105 agenti di polizia penitenziaria previsti dalla pianta organica, ne sono presenti solo 1.907, con un deficit di 198 unità.
Il sovraffollamento non è l'unico problema. Nel 2024, la regione ha registrato nove suicidi tra i detenuti: tre a Parma, due a Bologna, uno a Ferrara, uno a Reggio Emilia, uno a Piacenza e uno a Modena. Nei primi mesi del 2025, i decessi sono già cinque: tre a Modena, uno a Bologna e uno a Reggio Emilia. Questi numeri evidenziano una situazione di profondo disagio psicologico e sociale all'interno delle strutture penitenziarie.
Un altro aspetto critico è il trasferimento di giovani detenuti dalle carceri minorili alla Dozza di Bologna. Questa pratica, secondo il garante Roberto Cavalieri, allontana i giovani dai loro territori d'origine, spezzando legami familiari fondamentali e complicando la prosecuzione dei percorsi riabilitativi iniziati negli istituti di pena di provenienza. Un errore che, oltre a essere umanamente discutibile, comporta un elevato costo per i contribuenti.
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