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Rivolta al Pratello: trasferiti i capi della sommossa nel carcere minorile di Bologna

Negli scontri di venerdì sera sono rimasti feriti il comandante della polizia penitenziaria e un altro agente

Rivolta al Pratello: trasferiti i capi della sommossa nel carcere minorile di Bologna

Le tensioni avvenute tra il 18 e il 19 aprile presso l'istituto penitenziario minorile del Pratello di Bologna si sono concluse con il trasferimento di quattro "capi-rivolta", di cui tre maggiorenni e un minorenne, verso altre carceri. A darne notizia è Antonio Pappalardo, direttore interregionale del dipartimento per la giustizia minorile, il quale ha comunicato che la sera del 19 aprile sono stati ristabiliti ordine e sicurezza sia per i detenuti che per il personale.

La protesta di venerdì sera è stata originata da uno scontro tra giovani detenuti del primo piano e quelli del secondo. Nel tentativo di sedare il conflitto, il comandante della polizia penitenziaria e un altro agente sono rimasti feriti. La tensione è poi ulteriormente degenerata con la costruzione di barricate composte da letti e armadi, con i ragazzi che si rifiutavano di rientrare nelle loro celle. Secondo la ricostruzione offerta da Pappalardo, la sommossa mirava a "destabilizzare l'ordine costituito e forzare l'Amministrazione ad accettare determinate 'zone franche', ossia celle dove sarebbe stato 'vietato l'accesso' al personale per le consuete perquisizioni". A complicare la situazione vi erano persistenti atti di vessazione perpetrati dai rivoltosi nei confronti degli altri detenuti. Nonostante i numerosi tentativi di persuasione per indurre i detenuti a desistere, alcuni di loro hanno scelto di barricarsi nelle celle. Dopo "lunghe ore" di dialogo, condotte dal comandante della polizia penitenziaria e interrotte dall’intimidazione di mettere "a ferro e fuoco il carcere" e da lanci di oggetti che hanno causato ferite ad alcuni agenti, incluso il comandante, si è resa necessaria la mobilitazione di "rinforzi" adeguatamente equipaggiati con tenuta antisommossa. Solo dopo ulteriori e infruttuosi tentativi di negoziazione e nuovi lanci di oggetti, i detenuti hanno infine rinunciato alla loro resistenza, rimuovendo le barricate e consegnandosi spontaneamente alla Polizia penitenziaria.

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