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Bologna, la crescente domanda di orti urbani: 4.300 persone in attesa

Un fenomeno che dura da anni, con richieste che superano l’offerta: il Comune studia nuove soluzioni per rispondere all’esigenza di spazi verdi e sociali.

Bologna, la crescente domanda di orti urbani: 4.300 persone in attesa

A Bologna, la forte domanda di orti urbani continua a crescere, con ben 13mila richieste registrate e circa 4300 persone in attesa di ottenere un piccolo spazio verde. La maggior parte delle domande è stata presentata dal 2020 in poi, ma c'è chi è in lista da oltre 15 anni. La città sta cercando di rispondere a questa crescente esigenza, anche pensando a nuove modalità di gestione, come l’introduzione di aree collettive.

L’assessore all’agricoltura Daniele Ara ha sottolineato che per la prima volta, lo scorso marzo, è stato organizzato un incontro con tutti i gestori degli orti e i presidenti di quartiere, per creare una rete e ridare slancio al modello degli orti urbani. Bologna è stata pioniera in questo campo sin dagli anni Settanta, quando il progetto era principalmente indirizzato ai pensionati, per favorire la socializzazione. Oggi, l'idea di orti urbani si è evoluta in un progetto che abbraccia diversi ambiti: ecologia, educazione ambientale e benessere.

Dal 2009, anche i giovani maggiorenni e le famiglie possono fare domanda per ottenere un orto. Per partecipare, è necessario indicare fino a tre preferenze tra le aree disponibili, e il numero di richieste ha ormai superato di gran lunga l'offerta, con un forte interesse per le zone più centrali della città. Attualmente sono disponibili 21 aree distribuite in sei quartieri, per un totale di circa 2790 lotti di varie dimensioni.

Le zone più richieste sono quelle di via Saragozza e delle Due Madonne, che contano centinaia di richieste a fronte di una disponibilità molto limitata. Nonostante l’offerta limitata, il Comune sta valutando modifiche al regolamento e soluzioni innovative per rispondere alla domanda, come la possibilità di ampliare la gestione collettiva degli orti, un’opzione che sta già dando buoni risultati in alcuni quartieri.

Il Comune ha anche deciso di riflettere sulle scadenze degli orti, che oggi sono rinnovabili per un massimo di 9 anni. In particolare, si sta cercando di tutelare gli anziani, che spesso vedono negli orti un'opportunità per contrastare la solitudine e vivere un invecchiamento attivo. Per supportare la manutenzione, l’amministrazione ha previsto l’assegnazione di risorse attraverso i patti di collaborazione. La valorizzazione degli orti comunali è quindi vista non solo come una questione agricola, ma come un elemento fondamentale per la coesione sociale e il benessere della comunità.

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