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Tragedia a Piacenza

Fiaccolata contro i femminicidi in memoria della 13enne morta precipitando dal tetto del condominio

La sorella della 13enne, convinta che non si tratti di un gesto volontario, organizzerà una fiaccolata in sua memoria. Attualmente è indagato per omicidio volontario il fidanzato 15enne

Una fiaccolata contro i femminicidi in memoria della 13enne morta la mattina dello scorso 25 ottobre, precipitando dal tetto del condominio in cui abitava in via IV novembre. L'iniziativa, organizzata dalla sorella 22enne, si terrà dopo i funerali, che ancora non sono stati fissati.

«Verrà organizzata da me personalmente una fiaccolata in nome suo e di tutti i femminicidi che succedono ogni giorno», scrive la 22enne sui social, dove ha più volte chiesto “verità” e “giustizia”, ribadendo che, a suo avviso, la morte della sorella sia stata un omicidio.

«L'ha buttata giù lui, non era pazza, né depressa, è stata l'ennesima vittima di violenza. Era ossessionato da lei, ha provato in tutti i modi a liberarsi di questo reietto», si sfoga la giovane su Instagram. «Ciao principessa. Sei sempre stata bellissima, intelligente e simpatica, amata da tutti, invidiata da molte! Il tuo animo ti ha resa sempre speciale come tutto il resto, ti amerò per sempre mio piccolo Angelo. L'ennesima vittima di femminicidio».

Per la morte della 13enne è indagato il fidanzato 15enne, che era con lei quando è successa la tragedia. Il ragazzo è stato interrogato dai carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza, coordinati dal capo della procura Grazia Prandella, e da un pm della procura per i minori, ai quali ha raccontato che si sarebbe trattato di un gesto volontario. Il giovane è stato accompagnato all'ospedale Guglielmo da Saliceto, dove è stato sottoposto a vari esami per capire se avesse assunto alcol o sostanze stupefacenti. Poi il 15enne è stato rilasciato.

Il corpo della 13enne è stato portato all'istituto di medicina legale di Pavia, dove la prossima settimana il medico legale Giovanni Cecchetto eseguirà l'esame autoptico. Nel frattempo, gli inquirenti stanno continuando le indagini per cercare di capire cosa sia successo realmente quella mattina. Oltre all'audizione di persone ritenute informate sui fatti e agli accertamenti tecnici sul luogo, i carabinieri hanno sequestrato lo smartphone della ragazzina per cercare di trovare indizi utili

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