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«Qui nessun ghetto»: la palestra 0.2 Fitness di via dei Mille è simbolo di accoglienza

La palestra 0.2 Fitness di via dei Mille, aperta nel 2015, sfida i pregiudizi trasformando un quartiere etichettato come «ghetto» in un simbolo di inclusione

Il Riscatto della 0.2 Fitness: Un Modello di Inclusione e Integrazione a Rimini

«Non chiamatela "ghetto"». È il messaggio che si leva forte dalla 0.2 Fitness di via dei Mille, una palestra che sfida i pregiudizi, abbracciando ogni cultura. «Se tutti i ghetti fossero come questa palestra, ne vorremmo di più ovunque», afferma Gianluca Boresta, uno dei due fondatori insieme a Indrit Belba. La struttura, situata in un quartiere spesso etichettato come «ghetto afro-asiatico», rappresenta invece un modello di integrazione.

«La gente vive di pregiudizi – prosegue Boresta – ma qui non contano l’origine o la cultura, bensì l’educazione e il rispetto delle regole». La palestra, aperta nel 2015, accoglie quotidianamente persone di nazionalità diverse, unite dalla passione per lo sport. Alla 0.2 Fitness l’obiettivo è costruire un ambiente familiare. «Vedere le persone socializzare, superare le barriere culturali o linguistiche, è la nostra missione. Lo sport è uno strumento potente, capace di unire chiunque», aggiunge .

Anche i collaboratori confermano questo spirito. Lorenza Zuccaro, dirigente sportiva, descrive il clima della palestra come «un luogo sicuro che sa di casa». Luisiana Genovino, anche lei dirigente sportiva, tornata a Rimini dopo anni all’estero, condivide: «Quando sono tornata a Rimini, dove sono cresciuta, ho detto a un paio di conoscenti che avrei lavorato in questa palestra. La risposta è stata: "Nel ghetto?". Mi ha ferita profondamente, anche se ho capito subito perché la concezione della palestra fosse quella. Qui ci sono persone di tante nazionalità, ma a me non è mai venuto di chiamarla ghetto. Al contrario, io la chiamo casa. Ogni giorno guardo negli occhi molti di loro, lontani dalle famiglie, che mi ricordano come mi sentissi sola quando ero in giro per il mondo. Qui ti senti parte di una famiglia dove tutti ti sorridono e ti chiedono se stai bene».

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