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Caso "Lady Godiva": le prime sentenze e i retroscena del night

Dietro le quinte un impero di prostituzione e droga smascherato dall'operazione "Privè"

Operazione "Privè": Condanne e Patteggiamenti per il Caso Lady Godiva

Caso "Lady Godiva": le prime sentenze e i retroscena del night

Un mondo di prostituzione e spaccio di cocaina. Il night club "Lady Godiva" è stato il palcoscenico di un'operazione di polizia che ha svelato un giro di squillo e droga, culminato in condanne e patteggiamenti. 

Era l'autunno del 2016 quando gli inquirenti della polizia hanno iniziato a indagare su una rete di spacciatori attiva nel centro storico di Rimini. Un'indagine che, come il filo di Arianna, ha condotto gli investigatori fino al "Lady Godiva", un night club che, dietro le luci soffuse e la musica, nascondeva un'attività illecita. Nel settembre 2018, il blitz della questura ha circondato il locale, portando alla luce un sistema ben organizzato di sfruttamento della prostituzione e traffico di stupefacenti.

L'inchiesta, denominata "Privè", è stata coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani e ha visto la partecipazione attiva della squadra mobile della questura di Rimini. La scorsa settimana, il giudice Raffaele De Florio ha emesso le prime sentenze. Rodolfo Luciani, 78 anni, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, oltre a una multa di 3mila euro, per sfruttamento della prostituzione. Filippo Catrani, ex legale rappresentante e gestore del locale, ha patteggiato una pena di 3 anni e 3 mesi. Anche Adriano Succi, incaricato del controllo delle prestazioni delle ragazze, ha patteggiato 1 anno e 10 mesi.



Non tutti i protagonisti di questa vicenda hanno ancora affrontato la giustizia. Due cittadini albanesi, coinvolti nell'inchiesta, sono stati rinviati a giudizio e dovranno affrontare un processo con rito ordinario. Le accuse sono pesanti: spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione. Inoltre, l'indagine ha permesso di identificare gli autori di una rapina ai danni di un noto avvocato riminese, il cui presunto autore dovrà affrontare il processo. Per Alessandro Angelo De Gregorio, accusato di spaccio, è invece intervenuta la prescrizione.

Il "Lady Godiva" non era solo un luogo di divertimento notturno. Le "figuranti di sala", come venivano chiamate, si concedevano ai clienti per 50 euro ogni 10 minuti nei privè del locale. Se i clienti desideravano portare le ragazze fuori dal night, la tariffa saliva a 4/500 euro l'ora. Un business che registrava picchi significativi durante gli eventi fieristici riminesi. Sul fronte dello spaccio, i pusher facevano affari d'oro, tanto che durante le indagini è stato sequestrato circa un chilo di cocaina.

Con i sigilli posti al "Lady Godiva", si chiude un capitolo oscuro della vita notturna riminese. Ma le domande restano: come è stato possibile che un'attività così illecita prosperasse sotto gli occhi di tutti? E quali misure verranno adottate per prevenire il ripetersi di simili episodi?

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