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Caso Francesca Migliano: condannato l'amico che la lasciò morire

L'assoluzione dall'accusa di omicidio e la controversa sentenza per omissione di soccorso, tutto quello che sappiamo sul caso

 Condanna troppo mite per l'amico di Francesca Migliano? La famiglia insorge

Francesca Migliano

Una sentenza inattesa è stata emessa in merito alla tragica morte di Francesca Migliano, la donna di 52 anni ritrovata priva di vita nella sua abitazione di via Cartoleria lo scorso gennaio. L'unico indagato, un amico 50enne della vittima, è stato condannato a sei mesi di reclusione per omissione di soccorso, con sospensione condizionale della pena.

Il pm Nicola Scalabrini aveva inizialmente aperto un'inchiesta per omicidio. L'indagato aveva riferito agli inquirenti che, il giorno del decesso, avvenuto poco prima di Natale, si trovava in compagnia della Migliano quando questa fu colta da un malore fatale. Preso dal panico per quanto accaduto, aveva abbandonato il luogo, sostenendo che la donna fosse già deceduta quando lasciò l'appartamento.

Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, durante l'udienza preliminare presieduta dal giudice Sandro Pecorella, l'uomo ha optato per il patteggiamento. L'autopsia aveva già escluso l'ipotesi di omicidio, attribuendo il decesso a cause naturali, sebbene l'uomo non avesse mai riferito l'accaduto a nessuno dopo essere fuggito dalla scena. A rinvenire il corpo della Migliano fu la madre, insospettita dall'assenza di notizie da parte della figlia per diversi giorni.

Giunta nell'abitazione, fece la scoperta, trovando anche segni di contaminazione sul cadavere lasciati dal cane della vittima. Assieme alla sorella della defunta, con l'assistenza dell'avvocato Chiara Rizzo, la madre si è opposta invano al patteggiamento, presentando una memoria in cui si sosteneva che la pena fosse troppo lieve; secondo loro, anche una sola telefonata anonima al 118 avrebbe potuto evitare che il corpo restasse abbandonato per un mese.

«L'assistito non avrebbe potuto fare nulla per salvare la signora, morta in pochi minuti», ha dichiarato Gabriella Moccia, avvocato difensore dell'uomo, al quotidiano. «Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato e ha reagito in preda al panico per quello che aveva assistito. Si tratta di una tragedia umana per entrambe le parti»

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