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tra interrogativi e polemiche

Morte di Taissir Sakka: la Procura chiede l'archiviazione per i carabinieri

Nessuna prova contro i militari, la famiglia si oppone e vuole giustizia

Morte di Taissir Sakka: la Procura di Modena chiede l'archiviazione per i carabinieri

Morte di Taissir Sakka: la Procura chiede l'archiviazione per i carabinieri

La morte di Taissir Sakka, il 31enne tunisino trovato senza vita il 15 ottobre 2023 nel parcheggio del cinema Filmstudio 7B a Modena, continua a sollevare interrogativi e polemiche. La Procura di Modena ha recentemente chiesto l'archiviazione del caso, non ravvisando responsabilità penali a carico dei sei carabinieri inizialmente indagati. Tuttavia, la famiglia della vittima, attraverso i suoi legali, ha presentato opposizione, sostenendo che il trattenimento in caserma di Taissir non fosse giustificato.

Il corpo di Taissir Sakka è stato trovato tra due auto parcheggiate, con una profonda ferita alla testa. L'autopsia ha rivelato che la causa del decesso è stata una grave cardiopatia, escludendo così l'ipotesi di un omicidio. Tuttavia, il fratello della vittima aveva indicato i carabinieri come responsabili del decesso, portando all'apertura di un'indagine. Sei militari erano stati indagati: uno per morte come conseguenza di altro reato, gli altri per lesioni. Ma le indagini non hanno trovato prove a sostegno di queste accuse.



La vicenda ha avuto inizio la sera precedente alla morte, quando Taissir e suo fratello Mohamed sono stati coinvolti in una lite fuori dal circolo ARCI di Ravarino, in provincia di Modena. La situazione è degenerata al punto da richiedere l'intervento dei carabinieri, che hanno accompagnato Taissir in caserma in stato di ebbrezza. Dopo circa 40 minuti, il giovane è stato rilasciato. Successivamente, un diverbio con il fratello ha portato Taissir ad allontanarsi, senza essere più localizzato fino al tragico ritrovamento.

Gli avvocati della famiglia Sakka, Fabio Anselmo e Bernardo Gentile, contestano la richiesta di archiviazione, sottolineando che i fratelli non avessero commesso alcun reato che giustificasse il loro trattenimento. Dall'altra parte, i legali dei carabinieri, Cosimo Zaccaria e Roberto Ricco, difendono l'operato dei militari, affermando che "l'attività dei carabinieri è stata corretta ed è tutto documentato". Secondo loro, l'indagine ha dimostrato l'infondatezza delle accuse e la correttezza delle azioni dei carabinieri.

La morte di Taissir Sakka ha suscitato un acceso dibattito nell'opinione pubblica, con molti che si interrogano sulla gestione dell'intervento da parte delle forze dell'ordine. La richiesta di archiviazione da parte della Procura non ha placato le polemiche, e la famiglia della vittima continua a chiedere giustizia

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