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UN'EDUCAZIONE NECESSARIA

Benassi e l'empatia: una nuova visione pedagogica in 'L'educazione dei maschi'

Così Federica Benassi esplora l'importanza dell'educazione emotiva per prevenire la violenza di genere nel suo nuovo libro

Benassi e l'empatia: una nuova visione pedagogica in 'L'educazione dei maschi'

Federica Benassi alla presentazione del nuovo libro 'L'educazione dei maschi'

Federica Benassi, educatrice e consulente familiare con un'esperienza trentennale, ha dedicato la sua carriera a migliorare le relazioni all'interno delle famiglie e delle scuole. Nel suo ultimo libro, 'L’educazione dei maschi', Benassi affronta il fenomeno del femminicidio. "Proteggete le vostre figlie", recitava uno slogan su un muro, ma qualcuno ha avuto il buon senso di correggerlo in "Educate i vostri figli". Un cambiamento di prospettiva che Benassi sostiene con convinzione: l'educazione all'empatia è fondamentale per prevenire la violenza.

Per Benassi, insegnare l'empatia ai bambini è essenziale. "Aiutarli a coltivare relazioni basate sull’amore puro" è il suo mantra. La sua esperienza come gestore di un asilo nido a Bologna, insieme alla sua presenza sui social media, dove conta quasi 100mila follower su Facebook e 20mila su Instagram, le ha permesso di influenzare positivamente molti genitori. "Tuo figlio non può prenderti il telefono. Come fai? Di’ di no!" è uno dei suoi consigli pratici, che sottolinea l'importanza di stabilire confini chiari e sani.

Nel suo libro, Benassi si interroga su come uomini cresciuti in un'apparente normalità possano trasformarsi in assassini. Ha analizzato casi di cronaca noti, come i femminicidi di Alessandra Matteuzzi e Giulia Cecchettin, per trovare un comune denominatore. "La mancanza di empatia", afferma, è il filo conduttore. Durante il processo a Giovanni Padovani, che ha ucciso Alessandra Matteuzzi a Bologna, la sua calma imperturbabile ha colpito Benassi. "Quello a cui abbiamo assistito si può ridurre alla mancanza di empatia", spiega al Resto del Carlino. Una carenza che nasce in famiglie dove mancano comunicazione e ascolto, portando i giovani a crescere "poveri d’amore".

Per colmare questo deficit educativo, Benassi suggerisce di insegnare ai bambini a riconoscere, esprimere e gestire le emozioni. In Svezia, per esempio, l'empatia è parte del curriculum scolastico, con un'ora settimanale dedicata. In Italia, invece, la scuola è spesso percepita come un tribunale, con voti e giudizi che possono essere più dannosi che utili. "Bisognerebbe iniziare a lavorare sulle emozioni dai tre ai sei anni", propone Benassi. Un approccio che potrebbe trasformare le aule in spazi di crescita emotiva, dove i bambini possono condividere le loro esperienze e imparare a comprendere quelle degli altri.EE

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Nel suo libro, riprende inoltre un concetto di Paolo Crepet: la società odierna è fondata sul "figliarcato", il potere che i figli esercitano sui genitori incapaci di dire "no". Questo rapporto di dipendenza porta i giovani a reagire in modo spropositato ai primi ostacoli o rifiuti. "Ai primi veri ‘no’, danno i numeri", osserva Benassi. Un fenomeno che evidenzia la necessità di un'educazione che insegni ai ragazzi a gestire le frustrazioni e a sviluppare una resilienza emotiva.

L'opera di Federica Benassi è un invito a riflettere su come la società possa evolvere attraverso l'educazione. Insegnare l'empatia non è solo un modo per prevenire la violenza di genere, ma anche per costruire una comunità più coesa e comprensiva.

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