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Tradizione
13 Marzo 2025 - 12:15
Il celebre ristorante Diana è stato ceduto. La nuova proprietà del rinomato punto di riferimento culinario cittadino è rappresentata da una società già responsabile della gestione di altri prestigiosi locali della zona, quali la Taverna del Postiglione, Nonna Gigia e Ittico. Tra i soci figurano il noto ristoratore Marco Menzani, che ha portato a termine le trattative, e il collega Roberto Bugamelli, già gestore, insieme alla sua famiglia, del Biassanot. L'ufficializzazione della cessione è giunta poche ore fa tramite un annuncio congiunto pubblicato su Facebook dalle pagine dei ristoranti 'La Taverna del Postiglione' e 'La Trattoria dal Biassanot'.
Nell'annuncio si legge: "Con orgoglio comunichiamo l’acquisizione del Ristorante Diana, una pietra angolare della ristorazione bolognese. Vi aspettiamo anche al Ristorante Diana, per rivivere le atmosfere e i sapori di una Bologna senza tempo."
Il Ristorante Diana, infatti, rappresenta un simbolo della storia bolognese. Nel corso degli anni, è stato frequentato da molte personalità di spicco, tra cui Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, oltre a illustri registi come Pupi Avati e Federico Fellini, che era noto per disegnare sui tovaglioli. Politici di rilievo come Sandro Pertini e il senatore Pier Ferdinando Casini sono stati altrettanto assidui frequentatori.
La vendita del locale era attesa da tempo. Stefano Tedeschi, titolare del ristorante negli ultimi anni e presidente della Fortitudo, aveva da tempo manifestato l'intenzione di valutare proposte per la cessione del celebre locale, che dal 1909 mantiene viva la tradizione culinaria attraverso piatti iconici come lasagne, tortellini e carrelli di bolliti.
Circa un mese fa, Tedeschi aveva fissato il termine per la cessione a marzo, con la chiara condizione che si portasse avanti la tradizione bolognese. Il Diana, infatti, vanta una tradizione che affonda le radici nel 1909, anno della sua apertura al numero 24 di via Indipendenza. Nato come caffè, il locale ha avuto numerose evoluzioni, tra cui quella legata alla figura di Eros Palmirani, che vi arrivò come semplice commis di sala nel 1959 e successivamente ne divenne direttore e proprietario nel 1985, insieme a Ivo Galletti, fondatore dell’Alcisa e suocero di Tedeschi.
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