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Accusa l'operatore OSS di molestie all'Ospedale Maggiore di Bologna: il caso di una giovane paziente

L'operatore è stato successivamente denunciato e sospeso, ma lui nega tutto

Accusa l'operatore OSS di molestie all'Ospedale Maggiore di Bologna: il caso di una giovane paziente

Venerdì 14 marzo, una giovane donna di 22 anni, originaria della provincia di Reggio Emilia e residente a Bologna, ha denunciato di essere stata molestata da un operatore socio-sanitario (OSS) mentre era ricoverata nel reparto di urologia dell'ospedale Maggiore. Un'accusa grave che ha portato all'attivazione immediata del codice rosso, un protocollo di emergenza per le violenze, e alla sospensione temporanea dell'operatore.



La giovane, che si era da poco laureata in criminologia, si trovava in ospedale per un problema di salute che le impediva di muoversi autonomamente. Secondo il suo racconto, riportato anche dal fratello e dall'avvocato Pier Francesco Uselli, conosciuto tramite l'associazione "Finché non capita a te", la ragazza ha chiesto aiuto tramite il pulsante di emergenza a causa di un dolore crescente. Invece di un infermiere conosciuto, si è presentato un uomo che si è qualificato come OSS.

L'operatore, dopo aver chiesto lumi a un medico, è tornato nella stanza, ha tirato la tenda per isolare l'area e ha abbassato il letto, rendendo impossibile alla paziente alzarsi. A questo punto, secondo la denuncia, l'uomo avrebbe iniziato a massaggiarla in modo inappropriato, scendendo fino alla zona pelvica, nonostante le proteste della ragazza. Il culmine dell'abuso sarebbe stato raggiunto quando l'OSS le avrebbe preso la mano per appoggiarla sulle proprie parti intime e si sarebbe avvicinato con le labbra alla bocca della giovane.

Spaventata e infuriata, la 22enne ha reagito gridando e insultando l'uomo, riuscendo a prendere il telefono per chiamare il 118 e la madre. In preda alla tensione, si è graffiata il viso. Successivamente, si è recata al posto di polizia dell'ospedale per denunciare l'accaduto e ha contattato l'associazione "Finché non capita a te" per ricevere supporto. L'azienda sanitaria locale e la polizia hanno immediatamente avviato le procedure previste dal codice rosso.

L'operatore socio-sanitario, rintracciato e interrogato, ha negato ogni accusa, respingendo le responsabilità. Tuttavia, la gravità delle accuse ha portato alla sua sospensione temporanea dal servizio, in attesa che le indagini facciano il loro corso. La procura sta lavorando con discrezione per ricostruire i fatti e valutare eventuali richieste di rinvio a giudizio.

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