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sanità
23 Ottobre 2024 - 11:33
Il Centro Protesi Inail di Budrio rappresenta un'eccellenza nel panorama sanitario italiano. Fondato con l'obiettivo di fornire supporto e riabilitazione a chi ha subito amputazioni o necessita di protesi, il centro è diventato un punto di riferimento non solo per la regione Emilia-Romagna, ma per l'intero Paese. Tuttavia, il recente annuncio di un possibile trasferimento ha sollevato un'ondata di preoccupazione tra i lavoratori e i sindacati, in particolare la Cgil, che si è fermamente opposta a questa decisione.
La Fiom Cgil e la Fp Cgil di Bologna, attraverso una nota, hanno espresso "estrema preoccupazione" riguardo al futuro del centro. Questo stabilimento, essenziale per la produzione di protesi e noto per il suo servizio a numerosi atleti paralimpici di spicco, come Alex Zanardi, Bebe Vio, Martina Caironi e Manu Maxcel Amo, è stato recentemente colpito dalla terza alluvione in un anno e mezzo. Le notizie circolate sulla stampa riguardo alla potenziale riallocazione del centro in altre strutture destano seria apprensione tra i sindacati. "Tale opzione per noi non è contemplabile, se non per il tempo strettamente necessario a mettere in sicurezza il sito", affermano i rappresentanti sindacali. Stefano Biosa della Fiom Cgil ha chiarito che "a Vigorso ci sono almeno 200 lavoratori tra metalmeccanici e sanitari". Gli operai metalmeccanici si dedicano alla fabbricazione delle protesi, mentre un team di medici, infermieri e fisioterapisti presidia il comparto sanitario. Dopo l'ultimo disastro, il personale è stato costretto a operare in smartworking o a utilizzare gli spazi ancora agibili, riducendo notevolmente la funzionalità del centro. Questa nuova calamità naturale si innesta in un contesto già teso, come evidenziato da Biosa: "Eravamo già in mobilitazione sindacale: manca il piano industriale e questa è l'unica struttura pubblica nel suo genere. Se muore quella si va sul mercato. E trasferire il centro significa fare lo spezzatino, separare ricerca, produzione, degenza e riabilitazione". Il sindacato ha inoltre sollecitato le autorità, ricordando che "abbiamo attivato un tavolo di crisi l'anno scorso e la struttura commissariale ci aveva promesso un argine, ma non si è fatto".
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