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24 Ottobre 2024 - 09:52
Un’ondata di critiche ha travolto la recente ordinanza del sindaco di Medicina, Matteo Montanari, che autorizza l’abbattimento dei piccioni anche nelle aree urbane della città. Questa misura, firmata per la quarta volta negli ultimi due anni, rimarrà in vigore fino a fine novembre e consente l’uso di armi da fuoco per ridurre la popolazione di volatili, provocando reazioni infuocate da parte delle associazioni animaliste.
Il sindaco difende il provvedimento, sostenendo che il suo obiettivo è proteggere le strutture agricole e prevenire la diffusione di malattie legate ai piccioni. "L’intento dell’ordinanza non è quello di trasformare Medicina in una zona di pericolo – spiega Montanari –, ma piuttosto quello di permettere a personale qualificato di intervenire in maniera sicura per prevenire danni all’agricoltura e alla salute pubblica". Il provvedimento coinvolge i coadiutori, persone munite di porto d’armi e specificamente formate per gestire l’abbattimento controllato dei volatili, coordinati dalla polizia metropolitana.
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Nonostante le rassicurazioni del primo cittadino, le polemiche non si sono fatte attendere. Le preoccupazioni principali riguardano l’uso di armi in aree abitate, soprattutto per l’implicazione del termine "urbano" all'interno del testo dell'ordinanza. Gli oppositori temono che la misura possa portare a incidenti in zone densamente popolate. "Non ci sono mai stati interventi nel pieno centro storico – ribadisce Montanari –, ma l'uso del termine ‘urbano’ è necessario per includere anche le aree periferiche vicine a zone abitate". Il sindaco insiste sulla sicurezza delle operazioni, che seguono rigorosamente i piani di controllo regionali, ma per molti, queste parole non sono sufficienti.
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Le associazioni animaliste sono in prima linea nella battaglia contro l’ordinanza, denunciando la mancanza di trasparenza e di una chiara istruttoria che giustifichi l’uso delle armi contro i piccioni. In un comunicato, gli attivisti sottolineano come non esistano prove concrete che colleghino i volatili a epidemie tra la popolazione, e definiscono la misura come "un allarme immaginario". "Ordinanze urgenti come questa dovrebbero essere basate su dati scientifici chiari che dimostrino che l’abbattimento dei piccioni sia l’unica soluzione praticabile – si legge nel comunicato delle associazioni animaliste –. Trasformare il territorio in un piccolo far west, dove chiunque con un’arma può abbattere i piccioni, è una decisione irresponsabile". Secondo loro, l’ordinanza è priva di fondamenti concreti e potrebbe portare a una pericolosa escalation di episodi rischiosi.
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