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animali abbandonati
30 Dicembre 2024 - 18:45
Dal 2025, a Ozzano dell'Emilia, in provincia di Bologna, chi deciderà di rinunciare al proprio animale domestico sarà tenuto a versare una tariffa di mille euro per contribuire alle spese di accoglienza e rieducazione dell'animale. Questa disposizione è stata introdotta dall'amministrazione comunale nel nuovo Regolamento con l'obiettivo di "promuovere scelte più consapevoli". L'assessore Giovanni Catrini ha utilizzato i propri canali social per chiarire che, sebbene questa iniziativa possa sembrare una sanzione, non si tratta di una punizione; piuttosto, rappresenta "un atto di responsabilizzazione. Rinunciare a un animale è un passo serio, e il contributo richiesto serve a sostenere strutture pubbliche e associazioni che ogni giorno lavorano per garantire il benessere degli animali".
Alla base di questa decisione vi è una duplice motivazione, economica ed etica: i cani che, una volta abbandonati, vengono accolti nei canili municipali e convenzionati, sono supportati finanziariamente dal Comune e spesso vi rimangono per tutta la vita, a causa delle ridotte possibilità di adozione. In particolare, nelle strutture più grandi e affollate, questi animali rischiano di diventare invisibili e le loro opportunità di ritrovare una famiglia diminuiscono drasticamente.
Per quanto riguarda il Regolamento del Comune di Ozzano, la possibilità di rinunciare al proprio cane è sancita dalla legge quadro nazionale sul randagismo, che poi viene articolata a livello regionale. I singoli enti locali hanno la facoltà di decidere se applicare un contributo a carico della persona che rinuncia. La misura annunciata nel Comune di Ozzano è già operativa in altre località del territorio bolognese e si basa sulla legge regionale dell'Emilia-Romagna sul randagismo, la n. 27 del 2000. Tale normativa vieta l'abbandono di animali e, in caso di cucciolate indesiderate o rinuncia alla proprietà, impone all'interessato di comunicare al Comune, che provvede a trasferire gli animali alle strutture di ricovero.
Altri comuni come Bologna, Modena e Ferrara, applicano contributi simili per sostenere i costi di accoglienza e gestione degli animali nei canili, mentre l'Unione dei Comuni della Bassa Romagna prevede una tariffa di 400 euro per la rinuncia di un cane, a cui si aggiungono eventuali spese veterinarie, misura non inclusa a Ozzano. La tariffa è stata pensata per tenere conto delle difficoltà economiche, prevedendo esenzioni o agevolazioni in tali circostanze.
L'assessore Catrini ha sottolineato che "tali misure, piuttosto che incentivare abbandoni, servono a garantire risorse adeguate per offrire agli animali una sistemazione dignitosa e un percorso di rieducazione, soprattutto nei casi più delicati". L'iniziativa intende anche sensibilizzare le persone riguardo la responsabilità derivante dall'adozione di un animale: "Non si può pensare di adottare un animale e poi sbarazzarsene come se niente fosse. Questa misura, infatti, rientra in un Regolamento che disciplinerà diritti e doveri dei proprietari di animali".
L'entrata in vigore del nuovo Regolamento è prevista per il 2025 e comprenderà anche l'implementazione di percorsi formativi per accrescere la consapevolezza degli adottanti, con l'obiettivo di ottenere un patentino per chi convive con cani di tutte le razze.
In merito alla "rinuncia di proprietà", nel contesto italiano il cane è ancora visto come una res, un oggetto che può essere acquistato, venduto e, se necessario, la cui proprietà può essere ceduta al canile. La possibilità di rinuncia, come oggi la conosciamo, è prevista dalla legge nazionale sul randagismo n. 281 del 1991, originariamente pensata per tutelare i cani e non per favorire il loro abbandono. Tuttavia, ad oggi, gran parte degli ingressi nei canili del nord Italia deriva proprio da queste rinunce. Per contrastare questo fenomeno, Ozzano ha scelto, come molti altri Comuni, di rendere il rinunciatario parte attiva del sistema di accoglienza dei cani senza famiglia.
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