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Il caso

Imbrattato lo striscione in memoria di Franco: "L'uccisione, un’azione premeditata"

Il rifugio Riot Dog ancora sotto shock dopo l'atroce uccisione

Imbrattato lo striscione in memoria di Franco: "L'uccisione, un’azione premeditata"

Dieci giorni fa, a Monte San Pietro, nel territorio bolognese, si è verificato un drammatico episodio in pieno giorno, nelle vicinanze del rifugio Riot Dog. In questo luogo, Franco, un meticcio simil Griffone, trovato serenità insieme al suo proprietario e un altro cane, è stato brutalmente ucciso. Franco viveva nel rifugio, gestito dalla LAV, che offre accoglienza a cani sottratti a situazioni di maltrattamento o a lunghi periodi di reclusione in canili lager. Dopo la tragica scomparsa di Franco, un grande striscione commemorativo è stato eretto nel luogo dove è avvenuto il delitto, con la scritta: "Qui è stato ucciso Franco". Tuttavia, poche ore dopo, sono apparse inquietanti scritte che recitavano: "Hanno fatto bene. Meno cani in giro". In seguito all'uccisione, la LAV ha prontamente presentato una denuncia, richiedendo alla Procura di avviare indagini dettagliate sul corpo di Franco, attualmente conservato presso l'Istituto Zooprofilattico di Bologna. Le richieste comprendono lo svolgimento di accertamenti anatomopatologici e analisi balistiche, al fine di chiarire con esattezza la dinamica dei fatti, la distanza di sparo e la traiettoria del proiettile, oltre a identificare con certezza l’arma utilizzata per il tragico evento.

Annarita D’Errico, responsabile sportelli contro i maltrattamenti di LAV e avvocato del caso, ha dichiarato che l’uccisione di Franco potrebbe essere stata un’azione premeditata, studiata per intimidire. Perché? Perché i cani, liberi di passeggiare in natura con i loro proprietari, rappresenterebbero un ostacolo per i cacciatori, disturbando gli animali selvatici e impedendo loro di muoversi indisturbati. D’Errico sottolinea come possa trattarsi di una sorta di 'punizione' nei confronti di chi ostacola questo sanguinario hobby. La LAV ha anche avanzato la richiesta di esaminare le telecamere di sorveglianza dell’area e indagare sul GPS presente nella pettorina dell’altro cane che per miracolo è rimasto illeso nella speranza che questo possa contribuire a chiarire l’ora e il luogo esatti dell’uccisione di Franco.

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