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70 gatti maltrattati messi in salvo grazie alla denuncia dell’Oasi Felina

I gatti subivano violenze e vivevano in condizioni precarie, privi di controlli sanitari

Salvataggio felino a Pianoro: l'Oasi che ha ridato speranza a 70 gatti maltrattati

Un'immagine delle violenze subite dai gatti (fonte Facebook)

Un intervento straordinario ha permesso di salvare 70 gatti maltrattati a Pianoro, in provincia di Bologna, grazie alla denuncia presentata dall’Oasi Felina di Pianoro. La situazione, descritta come drammatica, ha visto l’intervento dei carabinieri e dell’Ausl, che hanno risposto prontamente alla segnalazione.

La denuncia, firmata dal presidente dell’Oasi Felina, Antonio Decerno, ha portato alla luce episodi raccapriccianti: gatti colpiti a suon di calci, gatte gravide brutalmente maltrattate per far morire i cuccioli, e minacce rivolte a chi tentava di intervenire per salvare gli animali. I gatti vivevano in condizioni precarie, privi di controlli sanitari, in uno spazio aperto tra due abitazioni.

Secondo la denuncia, una delle case era abitata da una persona con problemi mentali, che avrebbe minacciato di usare un fucile, mentre l’altra ospitava un individuo responsabile dei pesanti maltrattamenti. Nonostante le segnalazioni precedenti da parte di volontarie dell’Oasi, le violenze sono continuate fino all’intervento delle autorità.

Dieci gatte gravide sono state trasferite all’Oasi Felina, ma la situazione resta critica. Una di queste ha partorito appena arrivata, ma dei suoi cinque cuccioli, quattro sono nati morti e l’unico sopravvissuto, chiamato Pollicino, è deceduto dopo due giorni. I volontari hanno spiegato che la madre era stata tenuta al freddo, causando il congelamento del piccolo.

 

Grazie alla denuncia dettagliata, i carabinieri e l’Ausl sono intervenuti per mettere in salvo tutti i gatti. Tuttavia, l’Oasi Felina ha dichiarato che sarà necessario un piano straordinario di emergenza per accogliere e prendersi cura degli animali. Sulle pagine social dell’Oasi Felina, i volontari hanno espresso gratitudine verso le persone che hanno offerto sostegno e verso le forze dell’ordine che hanno risposto alla denuncia: “Non potevamo fare altro e non volevamo attendere un minuto di più.”

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