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09 Gennaio 2025 - 11:58
Un episodio di peste suina africana è stato individuato in un allevamento situato a Vigolzone, nella provincia di Piacenza. A darne notizia è stata la Regione Emilia-Romagna, la quale ha immediatamente attuato le disposizioni del Regolamento europeo per prevenire la diffusione del virus e ulteriori contagi. Il virus, identificato tra le carcasse di alcuni suini deceduti in un allevamento da riproduzione, è stato rilevato tramite analisi svolte presso la sede centrale bresciana dell'Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell'Emilia Romagna. Il campione era stato inviato dal veterinario aziendale della sezione di Parma. I risultati positivi sono stati successivamente confermati anche dai laboratori delle sezioni di Umbria e Marche.
La peste suina, originata da un virus che colpisce suini domestici e selvatici, può condurre alla morte degli animali colpiti. Sebbene estremamente infettiva, la malattia non rappresenta un pericolo per l'uomo, poiché non si trasmette tramite contatto diretto con animali infetti o attraverso il consumo di alimenti di origine suina. Tuttavia, gli esseri umani possono fungere da vettori di contagio per gli animali. Il contagio avviene mediante contatto con animali infetti, ingestione di carne o prodotti derivati da animali contagiati e morsi di zecche infette. Conformemente alle normative europee, tutti i suini presenti nell'allevamento devono essere abbattuti, e tale provvedimento potrebbe essere ampliato ad altre strutture che hanno avuto contatti con l'animale infetto.
Per affrontare la situazione, l'Unità di crisi regionale si è riunita ieri, alla presenza del ministero della Salute e del Centro di referenza regionale, avviando l'iter per controllare tempestivamente l'infezione ed evitare l'estensione ad altri allevamenti e ulteriori restrizioni nel settore suinicolo. "Massima è l'attenzione della Regione," hanno dichiarato gli assessori regionali Massimo Fabi (Politiche per la salute) e Alessio Mammi (Agricoltura, Agroalimentare, Caccia), "per questo motivo, appena confermato il nuovo caso, la profilassi prevista è stata immediatamente avviata al fine di isolare la diffusione del virus ed evitare variazioni nello stato sanitario dell'area. Ricordiamo che la Psa non rappresenta alcun rischio per le persone, ma provoca un danno significativo al comparto suinicolo."
Gli stessi assessori hanno aggiunto: "Negli ultimi due anni abbiamo investito oltre 11,1 milioni di euro per potenziare la biosicurezza negli allevamenti, sostenendo interventi in più di 150 aziende sull'intero territorio regionale. Il nostro impegno, accanto agli allevatori, proseguirà con costanza a tutela e difesa del lavoro delle nostre imprese e delle nostre eccellenze agroalimentari." Lo scorso novembre, la zona del Piacentino era stata retrocessa in "zona di restrizione di tipo II" per la peste suina, a seguito di positività riscontrate nei cinghiali. L'allevamento infetto si trova in un'area boschiva dove, di recente, erano stati rilevati casi di Psa in cinghiali abbattuti, suggerendo che l'infezione possa essere penetrata attraverso contatti con l'ambiente esterno contaminato.
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