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Inchiesta sui morti in corsia: infermiere indagato tra Ferrara e la Romania

L'ex sanitario è accusato di omicidio e maltrattamenti su pazienti

Inchiesta sui morti in corsia: infermiere indagato tra Ferrara e la Romania

L'ombra del sospetto si allunga su Ferrara, dove la Procura indaga su un infermiere di 44 anni, già sospeso dal suo incarico presso l'ospedale Mazzolani Vandini di Argenta. Le accuse sono gravi: omicidio e presunti maltrattamenti ai danni di pazienti anziani. Mano o mano, l'inchiesta si espande raggiungendo anche la città di Bologna, la Toscana e persino la Romania.



L'indagine, condotta dalla Procura di Ferrara, ha preso una piega inaspettata, estendendosi oltre i confini locali. Gli investigatori stanno cercando di fare luce su due decessi sospetti: quelli di Floriana Veronesi, 90 anni, e Antonio Rivola, 83 anni. Entrambi erano ricoverati nel reparto di lungodegenza post acuzie geriatrica riabilitativa, dove l'infermiere indagato prestava servizio. Le autorità sospettano che il midazolam, una potente benzodiazepina, sia stato somministrato senza prescrizione medica.

Un aspetto che ha attirato l'attenzione degli inquirenti è la laurea in scienze farmaceutiche conseguita dall'infermiere in Romania. Gli investigatori stanno cercando di capire se ci siano legami tra la formazione accademica dell'indagato e le pratiche sospette di somministrazione dei farmaci. Gli uomini dell'Arma, insieme ai colleghi del NAS, stanno esaminando attentamente i documenti accademici per non lasciare nulla al caso.



Oltre alla laurea, l'inchiesta si concentra anche sui precedenti incarichi dell'infermiere come operatore socio-sanitario (OSS) in Toscana e a Bologna. Sebbene al momento non siano emerse irregolarità, gli inquirenti stanno scavando nel passato professionale dell'indagato per individuare eventuali pattern di comportamento che possano fornire ulteriori indizi. È un lavoro meticoloso, che richiede tempo e pazienza, ma che potrebbe rivelarsi fondamentale per il caso.

Nel frattempo, il pubblico ministero ha disposto una serie di consulenze medico-legali e tossicologiche sui due anziani deceduti e su una quarantina di pazienti che potrebbero essere stati vittime di maltrattamenti. Gli esami del capello sono stati effettuati per rilevare tracce di midazolam o di altri farmaci somministrati impropriamente. Inoltre, sono stati richiesti accertamenti telematici sul cellulare dell'infermiere, nella speranza di trovare ulteriori prove che possano chiarire il quadro.

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