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Giornata Mondiale contro il Cancro
04 Febbraio 2025 - 14:40
In Emilia-Romagna si stima che siano state salvate 19.000 vite grazie agli screening oncologici e all'accesso alle cure, considerando il periodo dal 2007 al 2019. Questo dato rappresenta una riduzione del numero di decessi per tumore rispetto ai tassi medi degli anni precedenti. È un risultato che equivale alla popolazione di un comune come Casalgrande, nel Reggiano, o alla media di spettatori presenti allo stadio Tardini di Parma.
In occasione del 4 febbraio, Giornata Mondiale contro il Cancro, che quest'anno ha come tema "United by Unique" - "Uniti dall’unicità", sono intervenuti il Presidente della Regione, Michele de Pascale, l’Assessore alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi, e il coordinatore della Rete Regionale Oncologica ed Emato-Oncologica, Carmine Pinto, insieme ai direttori scientifici degli IRCCS dell’Emilia-Romagna, Marco Seri, Nicola Normanno, Antonino Neri, Milena Fini e Raffaele Lodi, riconosciuti come punti di riferimento per la ricerca e la cura dei tumori.
La partecipazione ai programmi gratuiti di screening (seno, collo dell’utero e colon-retto) nella regione rimane superiore alla media nazionale, con un miglioramento evidente per quelli rivolti alle donne, secondo dati aggiornati a fine 2024. La partecipazione allo screening del colon-retto si mantiene stabile, ma è in corso un ampliamento mira a coprire entro il 2028 l’intera fascia di età 70-74 anni, avendo già avviato le chiamate per le coorti di nascita 1951 e 1955.
"L'Emilia-Romagna - affermano de Pascale e Fabi - ha fatto della prevenzione e della rete delle cure due pilastri del suo sistema sanitario pubblico e universale. I programmi gratuiti di screening, che continuano a registrare alta adesione, consentono di accedere a trattamenti meno invasivi, migliorare la qualità della vita e aumentare le guarigioni e la sopravvivenza, oltre a ridurre il rischio di sviluppare tumori". "Questo successo - continuano de Pascale e Fabi - non sarebbe possibile senza la capacità dei professionisti delle aree oncologiche di collaborare all'interno della Rete oncologica dell’Emilia-Romagna, che supporta il percorso verso i migliori esiti terapeutici: sopravvivenza, gestione della malattia, guarigione. Dobbiamo concentrare interventi di alta complessità in centri specifici della rete, come le Breast Unit, che garantiscono eccellenti risultati. Allo stesso tempo, dobbiamo continuare a promuovere una cultura della prevenzione della salute, incoraggiando da subito, nelle scuole, la partecipazione consapevole alle campagne di screening".
Secondo i dati del Registro Tumori Regionale, in Emilia-Romagna si stimano circa 31.000 nuovi casi di tumore e 13.600 decessi ogni anno. I tumori più frequenti negli uomini sono alla prostata, ai polmoni e al colon-retto; nelle donne al seno, al colon-retto e ai polmoni. La copertura degli screening oncologici e l'accesso a cure appropriate ed innovative su tutto il territorio hanno contribuito a un progressivo miglioramento della sopravvivenza dei pazienti oncologici, che è stimata al 68% a cinque anni per tutti i tumori, superando di 5 punti percentuali la media nazionale del 63%.
L’analisi del numero di decessi per tumori tra il 2007 e il 2019 rispetto ai tassi medi precedenti evidenzia che sono state salvate circa 19.000 vite. La prevenzione risulta fondamentale nella lotta contro i tumori, tanto che la Regione Emilia-Romagna ha avviato lo screening gratuito del colon-retto vent'anni fa e, quasi trent'anni fa, lo screening del collo dell’utero e della mammella. Gli screening femminili hanno segnato un ulteriore miglioramento nell’ultimo anno: il 73% per la mammella rispetto al 71% dell’anno precedente, il 67% per il collo dell'utero (rispetto al 66%), stabile al 53% per il colon-retto. Inoltre, i livelli di partecipazione della popolazione, nelle diverse fasce d’età, superano la media nazionale per tutti gli screening. Grazie allo screening nella fascia di età 25-64 anni, si registra una riduzione del 40% nell’incidenza dei tumori del collo dell’utero e del 50% nella mortalità.
Per le donne della fascia 45-74 anni aderenti allo screening mammografico, la mortalità per tumore al seno scende del 56% e le forme avanzate di carcinoma mammario calano del 31%. Lo screening colorettale, rivolto a uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, riduce la mortalità del 65% negli uomini e del 54% nelle donne, con una prevenzione di tumori rispettivamente del 33% e 21%. Tuttavia, un 47% della popolazione non risponde ancora all’invito dello screening.
Il programma di screening del colon-retto si sta ampliando: infatti, da gennaio 2025, in coerenza con il Piano oncologico nazionale (Pon) 2023-2027 e il Piano regionale della prevenzione 2021-2025, sono stati inviati inviti alle coorti di nascita 1951 e 1955. Il percorso continuerà nel 2026 con le coorti del 1952 e 1956, estendendosi nel 2028 a tutta la fascia di età 70-74 anni, proprio come lo screening mammografico, con inviti che proseguiranno fino al compimento dei 75 anni.
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