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IL PROCESSO

Omicidio Saman Abbas, la madre in aula dopo anni di silenzio

Nazia Shaheen presente al processo d’appello. La Corte ammette un nuovo video e decide di risentire il fratello della vittima

Omicidio Saman Abbas, la madre in aula dopo anni di silenzio

Saman Abbas e Nazia Shaheen (fonte: X)

È iniziato con un elemento inatteso il processo d’appello per l’omicidio di Saman Abbas, la diciottenne uccisa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nel maggio 2021. Per la prima volta, in aula è comparsa la madre della vittima, Nazia Shaheen, figura centrale dell’inchiesta.

Shaheen, condannata all’ergastolo in primo grado come presunta mandante del delitto insieme al marito, ha assistito in silenzio all’udienza, senza rilasciare dichiarazioni. Il suo avvocato, Simone Servillo, non ha precisato se la donna sceglierà di parlare nel corso del procedimento, ma un’eventuale deposizione potrebbe avere conseguenze significative sugli altri imputati.

Nel corso della prima udienza, la Corte ha ammesso come prova un video registrato dalle telecamere di sorveglianza tra il 29 aprile e il 1° maggio 2021, che ricostruisce i movimenti degli imputati nei giorni precedenti la scomparsa di Saman. La decisione di risentire il fratello della vittima aggiunge un ulteriore tassello all’istruttoria.

Tra gli imputati presenti in aula anche il padre di Saman, lo zio Danish Hasnain – condannato in primo grado a 14 anni come esecutore materiale – e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, assolti nel primo processo. Per ragioni organizzative, gli accusati si sono ritrovati seduti vicini, essendo disponibile un solo interprete.

Sul fronte legale, la procura ha impugnato l’assoluzione dei cugini, mentre le difese dei genitori di Saman hanno presentato ricorso contro la condanna all’ergastolo. Liborio Cataliotti, avvocato di Danish Hasnain, ha sottolineato l’incertezza del processo: «Può succedere di tutto».

I genitori della vittima hanno chiesto e ottenuto l’esclusione delle telecamere dall’aula, con la Corte che ha garantito il diritto di cronaca attraverso la presenza dei giornalisti senza riprese video.

L’appello prosegue tra incognite e nuovi elementi che potrebbero rimettere in discussione le responsabilità degli imputati. La presenza di Nazia Shaheen e l’acquisizione di nuove prove aprono scenari ancora tutti da definire.

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