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Maxi sequestro di criptovalute nel ravennate: scoperti fondi per 270 milioni di euro

La Guardia di Finanza ha sequestrato criptovalute per 11 milioni a un trader faentino che avrebbe omesso di dichiarare le plusvalenze realizzate

Maxi sequestro di criptovalute nel ravennate: scoperti fondi per 270 milioni di euro

Un tesoro nascosto, del valore di 270 milioni di euro in criptovalute, è stato scoperto nel territorio ravennate. Sotto la guida della Procura di Ravenna, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria e del Nucleo Speciale tutela privacy e frodi tecnologiche di Roma hanno portato a termine un’indagine complessa, rivelando una significativa evasione fiscale, perpetrata attraverso investimenti in criptovalute, da parte di un residente di Faenza. In particolare, il personale specializzato di Roma, impiegando moderni software di blockchain analysis, ha individuato una serie di portafogli virtuali di considerevole entità, attribuendoli, con certezza e a seguito di un'attività analitica avanzata, all’indagato.

Le indagini preliminari condotte dai due reparti delle Fiamme Gialle hanno rivelato che il sofisticato trader in monete digitali non ha adempiuto ai doveri di monitoraggio fiscale e ha omesso di dichiarare le ingenti plusvalenze ottenute dal trading di criptovalute. Questo ha permesso il sequestro di criptovalute, tra cui bitcoin e avalanche, per un controvalore di circa 11 milioni di euro, considerato profitto illecito. Inoltre, i finanzieri sono riusciti a raccogliere e analizzare ulteriori indizi sull'ampiezza delle attività finanziarie dell’indagato, il quale non si limitava a guadagnare dalla compravendita di criptovalute. La cospicua disponibilità di moneta digitale, valutata oltre 270 milioni di euro, è stata utilizzata anche per garantire la validità e il buon esito di transazioni in rete da parte di terzi (cosiddette operazioni di staking), permettendo un reinvestimento ricorrente, sempre nel contesto digitale, dei proventi di tali operazioni finanziarie.

Dalle prove raccolte dagli investigatori, è emerso che il trader stesso ha deciso di collaborare durante le indagini penali dirette dalla Procura e nella fase di accertamento fiscale presentando dichiarazioni integrative delle imposte per gli anni 2017, 2018 e 2019, accogliendo l'invito dell'Agenzia delle Entrate di Ravenna. Sono stati inoltre regolarmente assolti gli obblighi dichiarativi per le annualità d’imposta per le quali i termini per l’accertamento non erano ancora scaduti, prevenendo ulteriori condotte evasive e versando complessivamente all'erario circa 12,5 milioni di euro.

Questa operazione, la prima e più significativa del genere in Italia per reati fiscali legati al trading di criptovalute, sottolinea l'impegno quotidiano e sinergico della componente specialistica e dei reparti territoriali della Guardia di Finanza contro ogni forma di illecito economico-finanziario, evidenziando l'attenzione del Corpo nel monitorare le forme di evasione più complesse e innovative, sfruttando le opportunità della nuova tecnologia e della cosiddetta finanza decentralizzata.

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