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Economia
25 Marzo 2025 - 07:30
In Emilia-Romagna, il drammatico aumento della povertà sta diventando una questione di primaria importanza, richiedendo un intervento immediato e coordinato. Secondo i dati più recenti dell'Istat, il numero delle famiglie in condizioni di povertà relativa è passato dal 3,2% nel 2019 al 6,8% nel 2023, coinvolgendo circa 140.000 nuclei familiari. La soglia della povertà relativa è stata fissata a 1.210 euro mensili per il 2023, e le famiglie che non raggiungono questa cifra sono considerate in difficoltà.Questo incremento allarmante ha spinto i consiglieri regionali e le autorità locali a cercare soluzioni condivise per affrontare il problema.
Elena Mazzoni, assessora all'Agenda Digitale, Legalità e Contrasto alle Povertà, ha evidenziato come, nonostante una spesa media mensile per consumi delle famiglie di circa 2.960 euro nel 2023, l'inflazione abbia eroso il potere d'acquisto, con una diminuzione effettiva del 3,4% rispetto all'anno precedente. Questo dato è particolarmente preoccupante se confrontato con il calo nazionale dell'1,5%.
Per affrontare il fenomeno, la Regione Emilia-Romagna sta lavorando al nuovo Piano regionale triennale per il contrasto alle povertà 2025-2027. Questo piano si basa sull'intesa raggiunta a livello nazionale per il riparto del Fondo per le politiche sociali e per la lotta alla povertà. Tra le misure previste, il potenziamento dell'assistenza sociale, con contributi fino a 40.000 euro annui per ogni assistente sociale assunto a tempo indeterminato in aree con un rapporto di un assistente ogni 6.500 abitanti. Attualmente, la regione conta un rapporto medio di un assistente sociale ogni 3.400 abitanti. Oltre al potenziamento dei servizi sociali, la Regione sta lavorando su progetti di recupero alimentare, contrasto al sovraindebitamento e microcredito di emergenza. Questi interventi mirano a fornire un supporto immediato alle famiglie in difficoltà, affrontando al contempo le cause strutturali della povertà.
Il presidente della commissione Gian Carlo Muzzarelli (Partito Democratico) ha sottolineato l'importanza di un approccio integrato, coinvolgendo il terzo settore e potenziando la rete di solidarietà sui territori. Eleonora Proni (Partito Democratico) ha evidenziato il rischio di un effetto domino, soprattutto nelle aree colpite da eventi catastrofici come le alluvioni. Nicola Marcello (Fratelli d'Italia) ha richiesto un monitoraggio più dettagliato e un sistema digitale per analizzare l'impatto delle politiche sociali. Priamo Bocchi (Fratelli d'Italia) ha ribadito la necessità di un sistema di monitoraggio regionale per comprendere meglio il fenomeno.
Maria Costi (Partito Democratico) e Raffaele Donini (Partito Democratico) hanno ribadito la necessità di affrontare il problema in modo sistemico, mettendo in rete le risorse disponibili e lavorando sulla prevenzione. Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) ha sottolineato l'importanza di un coordinamento regionale per identificare le aree di maggiore necessità, mentre Fabrizio Castellari (Partito Democratico) ha evidenziato la difficoltà di intercettare le persone in difficoltà e l'importanza del recupero alimentare.
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