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Addio ufficio, gli italiani non possono fare a meno dello smart working

Le nuove richieste di flessibilità stanno cambiando il panorama lavorativo italiano

Addio ufficio, gli italiani non possono fare a meno dello smart working

La ricerca condotta dall'Osservatorio del Politecnico di Milano svela un trend sorprendente nel mondo del lavoro italiano: il 73% dei lavoratori attualmente impegnati nello smart working non è disposto a rinunciare a questa modalità, e addirittura il 27% sarebbe pronto a cambiare lavoro se necessario. Questi dati evidenziano quanto lo smart working sia diventato una caratteristica fondamentale per gli italiani, specialmente dopo l’esperienza della pandemia.

Secondo gli esperti, questo nuovo trend rappresenta una "filosofia manageriale" che restituisce flessibilità e autonomia ai lavoratori, consentendo loro di scegliere spazi, orari e strumenti di lavoro, sempre con un focus sui risultati. Tuttavia, l’adozione di questa modalità lavorativa non è uniforme: mentre le grandi imprese abbracciano il cambiamento, le piccole e medie imprese (PMI) si mostrano più riluttanti.

Nel 2024, il numero di lavoratori in smart working in Italia si attesta a 3,55 milioni, con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente. Le grandi aziende stanno vedendo una crescita nell’adozione di questa modalità, coinvolgendo quasi 2 milioni di lavoratori e il 96% delle grandi realtà produttive che ha implementato politiche di smart working. Al contrario, le PMI hanno visto una flessione, passando da 570.000 a 520.000 smart worker.

Le grandi aziende offrono ai propri dipendenti una media di 9 giorni di lavoro da remoto al mese, rispetto ai 6,6 giorni delle PMI e ai 7 giorni del settore pubblico. Questo ha portato a una richiesta crescente di flessibilità, con molti lavoratori che si aspettano compensazioni, come aumenti salariali o orari di lavoro più flessibili, nel caso in cui lo smart working dovesse venire meno.

Il cambiamento delle dinamiche lavorative si riflette anche nelle preoccupazioni aziendali: il 57% delle grandi imprese teme una perdita di senso di appartenenza tra i dipendenti, mentre il 46% è preoccupato per la sicurezza dei dati. Inoltre, sebbene meno di una azienda su dieci abbia adottato la settimana corta, l'interesse verso nuove forme di flessibilità è in crescita.

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