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Dal 2025 solo ricette digitali: ecco come cambierà la sanità in Italia

Il passaggio al digitale divide medici e farmacisti per i rischi tecnici

Dal 2025 solo ricette digitali: ecco come cambierà la sanità in Italia

A partire dal 2025, l’articolo 54 della legge di bilancio introduce una trasformazione fondamentale: tutte le prescrizioni mediche del Servizio sanitario nazionale, inclusi i servizi per il personale marittimo e dell’aviazione, dovranno essere digitali. Questa novità mira a migliorare la tracciabilità delle prescrizioni e a ridurre l’uso della carta. Questa misura è pensata per migliorare il monitoraggio delle prescrizioni e alimentare il fascicolo sanitario elettronico dei cittadini. Tuttavia, medici e farmacisti esprimono preoccupazione per i problemi tecnici che potrebbero complicare l’accesso ai farmaci. “La rete digitale non è sempre affidabile,” avvertono, sollecitando soluzioni concrete.

Secondo Filippo Anelli, presidente della Federazione dei Medici (Fnomceo), il passaggio alle ricette digitali può rappresentare un vantaggio per l’efficienza, ma solo se supportato da un’infrastruttura adeguata. “Le reti di supporto sono fondamentali,” afferma Anelli, “soprattutto in aree dove le connessioni internet sono deboli o inesistenti.” La transizione potrebbe appesantire ulteriormente il carico di lavoro dei medici e, nelle zone rurali, rischiare di creare un divario nell’accesso ai farmaci.

Anche la Federazione nazionale dei farmacisti (Federfarma) ha espresso preoccupazione riguardo ai problemi tecnici che affliggono il sistema. Sebbene oggi il 98% delle prescrizioni sia digitale, la rete ha ancora problemi frequenti. Gianni Petrosillo di Federfarma avverte che, in caso di malfunzionamenti, le farmacie potrebbero non avere accesso alle informazioni sui farmaci prescritti, rendendo impossibile la loro distribuzione.

La presenza di un promemoria con il nome del farmaco risolverebbe molti problemi,” suggerisce Petrosillo, proponendo una misura temporanea in caso di interruzioni del sistema. Federfarma ha già presentato questa richiesta al Ministero della Salute, sottolineando che “il diritto del cittadino ad avere accesso ai farmaci è una priorità.”

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