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Niente figli, più libertà: il fenomeno DINK conquista anche l’Italia

Cresce il numero di coppie senza figli: focus su carriera e viaggi mentre la natalità diminuisce. Ecco i dati che spiegano il fenomeno

Niente figli, più libertà: il fenomeno DINK conquista anche l’Italia

Immagine di repertorio

Carriere in ascesa, viaggi senza limiti e passioni coltivate senza compromessi: è questa la filosofia dei DINK, acronimo di "Double Income, No Kids". Le coppie che scelgono di vivere senza figli stanno ridisegnando le dinamiche sociali, privilegiando uno stile di vita orientato al benessere individuale e di coppia. Un trend sempre più diffuso, che in Italia si intreccia con il drammatico calo delle nascite.

Nel 2023, le nascite nel nostro Paese si sono fermate a 379.890, segnando un calo del 3,4% rispetto all’anno precedente. Le prospettive per il 2024 non promettono inversioni di rotta, e i costi per crescere un figlio – stimati intorno ai 175.000 euro fino alla maggiore età – spingono molte coppie a investire altrove: viaggi, tempo di qualità e progetti di vita condivisi.

Cosa dicono i numeri

Secondo l’ISTAT, il 45,4% delle donne italiane tra i 18 e i 49 anni non ha figli, e quasi un quarto di esse non intende averne. Un dato che riflette un cambiamento culturale e un approccio esistenziale diverso, dove realizzazione personale e professionale prevalgono sulla genitorialità.

Non è solo un fenomeno italiano: nel Regno Unito, il 51% delle persone tra i 35 e i 44 anni esclude l’idea di avere figli, mentre negli Stati Uniti il movimento childfree ha già coinvolto oltre il 44% della popolazione adulta. Per queste coppie, la scelta di rinunciare ai figli non deriva da difficoltà economiche o di salute, ma dal desiderio di maggiore libertà e dalla volontà di ridurre responsabilità e sacrifici. Un segnale chiaro che il concetto di famiglia sta cambiando, aprendo nuovi scenari sulle priorità e sui modelli di vita delle nuove generazioni.

Sebbene il termine "childfree" risalga agli inizi del Novecento, è negli anni Settanta che ha guadagnato notorietà, in particolare fra le femministe, come espressione di indipendenza. Al giorno d'oggi, questa scelta non è più percepita come un gesto di ribellione, bensì come una decisione ponderata e legittima. La possibilità di fare affidamento su due entrate economiche consolida ulteriormente l'autonomia di queste coppie, che ridefiniscono il concetto di famiglia. Una ricerca condotta dal Pew Research Center indica che il 67% della Generazione Z e il 65% dei Millennials si sente sopraffatto dalle preoccupazioni economiche e psicologiche associate alla genitorialità. Ciò rappresenta un netto contrasto con le generazioni passate, che affrontavano il diventare genitori con maggiore sicurezza economica e sociale.

Le coppie DINK, frequentemente descritte come sostenitrici di un "egoismo positivo", scelgono di dedicare le proprie risorse ed energie alla vita matrimoniale e al raggiungimento della realizzazione personale. Molti di questi nuclei familiari decidono di accogliere un animale domestico, considerandolo un impegno emotivamente più gestibile rispetto alla genitorialità. Tale decisione contribuisce a ridefinire il concetto di famiglia nella società contemporanea. In un'epoca in cui le opportunità professionali e l'esperienza individuale rivestono un'importanza sempre maggiore, le coppie DINK dimostrano che è possibile costruire una vita soddisfacente anche senza figli. In tal modo, sfidano le convenzioni tradizionali e introducono nuovi paradigmi di felicità.

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