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Il matrimonio? Sì ma meglio se tra qualche anno

I giovani italiani scelgono di rimandare il grande giorno: tra convivenze e crisi economica, l'età delle prime nozze continua a salire

Il matrimonio? Sì ma meglio se tra qualche anno

Il matrimonio? Sì ma meglio se tra qualche anno

Secondo il rapporto 2023 su matrimoni e divorzi stilato dall'Istat, il 61,2% dei giovani continua a vivere con la propria famiglia d’origine fino ai 35 anni di età, un dato che segna quasi tre punti percentuali in più rispetto a circa vent'anni fa. Questa prolungata convivenza comporta un impatto diretto sul rinvio delle prime nozze. Gli studiosi osservano che tale fenomeno si intensifica nei periodi di crisi economica, inducendo le giovani generazioni a posticipare ulteriormente, rispetto ai loro predecessori, gli eventi cruciali della transizione verso la vita adulta, tra cui la formazione di una famiglia. Un ulteriore fattore che contribuisce al ritardo delle nozze è la crescente diffusione delle convivenze prematrimoniali.

L'analisi del tasso di primo-nuzialità, che rappresenta il numero di primi matrimoni attesi per una generazione ipotetica di mille individui, offre uno sguardo sui processi di formazione delle coppie, soprattutto tra i giovani. I dati del 2023 evidenziano un'intensità di 399 primi matrimoni per mille uomini e 450 per mille donne, cifre in calo rispetto all'anno precedente con un decremento di 2,2 punti percentuali per entrambi i sessi. Nel complesso, l'età media al primo matrimonio è salita a 34,7 anni per gli uomini e a 32,7 anni per le donne, con incrementi rispettivamente di 0,1 e 0,2 punti.

Si nota una maturazione anche nell'età di chi costituisce un’unione civile. Fino al 2019, le unioni civili mostravano un progressivo ringiovanimento rispetto al periodo 2016-2017. L'introduzione nel nostro ordinamento di tale istituto giuridico ha permesso inizialmente a coppie in età avanzata di ufficializzare la propria unione, delineando un profilo più maturo: l'età media era superiore ai 49 anni per gli uomini e intorno ai 46 anni per le donne. Negli anni successivi, si è assistito a un ringiovanimento: nel 2019, l'età media degli uomini era di 44,5 anni e quella delle donne di 39,6.

Tuttavia, durante la pandemia si è registrato un significativo aumento dell'età media all’unione civile, arrivando a 47,2 anni per gli uomini e 41,8 per le donne. Nel 2022, queste età medie sono nuovamente diminuite e nel 2023 sono rimaste stabili, segnando 45,4 anni tra gli uomini e 39,0 anni tra le donne. La distribuzione per età di chi forma un'unione civile è sostanzialmente diversa rispetto a quella di chi si sposa, in particolare tra gli uomini.

Mentre l'età media delle unioni civili mostra una lenta tendenza al ringiovanimento, l'età media degli sposi segue un trend di crescita, con l'unica eccezione durante la pandemia, raggiungendo i 40,5 anni nel 2023 rispetto ai 38,1 anni del 2018. Nel 2023, il 37% degli uomini che crea un’unione civile ha meno di 40 anni, un dato significativamente superiore rispetto al 21,6% del 2020, ma inferiore rispetto al 59,2% degli sposi della stessa fascia di età.

Per le donne, il 56,6% di coloro che si uniscono civilmente ha meno di 40 anni, rispetto al 50,0% registrato nel 2018. I profili per età delle donne che si sposano e di quelle che si uniscono civilmente risultano più simili, sebbene emergano differenze evidenti sotto i 30 anni: nel 2023, il 14,9% delle unioni civili riguarda donne sotto i 30 anni, a fronte del 25,1% delle spose. Valori simili si riscontrano nella fascia d'età tra i 30 e i 39 anni, con il 41,7% delle unioni civili e il 42,8% dei matrimoni.

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