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La Gioconda potrebbe lasciare il Louvre? La Lombardia si offre di accoglierla

La direttrice del Louvre denuncia infiltrazioni e sovraffollamento, l’assessora Caruso propone di ospitare la Gioconda in Italia

La Gioconda potrebbe lasciare il Louvre? La Lombardia si offre di accoglierla

'La Gioconda' di Leonardo da Vinci, 1403 (fonte: louvre.fr)

Ogni anno milioni di persone si accalcano nella Salle des États del Louvre per catturare con lo sguardo il sorriso enigmatico della Gioconda. Ma oggi a fare discutere non è l’opera di Leonardo da Vinci, bensì il suo futuro. Infiltrazioni d’acqua, sbalzi di temperatura e folle di visitatori mettono a rischio non solo il celebre dipinto, ma l’intera collezione del museo parigino.

A lanciare l’allarme è Laurence des Cars, direttrice del Louvre, che in una lettera accorata al ministro della Cultura francese Rachida Dati, pubblicata da Le Parisien, ha descritto una situazione critica. Le sue parole hanno riacceso il dibattito su come proteggere uno dei capolavori più iconici del mondo.

L'ALLARME DEL LOUVRE

Con i suoi 8,7 milioni di visitatori nel 2024, il Louvre si conferma il museo più frequentato al mondo, ma il prezzo da pagare è altissimo. La lettera di des Cars dipinge un quadro preoccupante: spazi che non sono più impermeabili, sbalzi climatici che mettono a rischio le opere e una pressione crescente sugli ambienti.

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La situazione è aggravata dalla chiusura per cinque anni del Centre Pompidou – che avrebbe dovuto alleggerire parte dei flussi – e dalla crisi di bilancio del governo francese, che limita i fondi per gli interventi necessari. Una ristrutturazione completa, stimata in almeno 500 milioni di euro, appare inevitabile per salvaguardare l’edificio e il suo inestimabile patrimonio.

LA PROPOSTA ITALIANA

Mentre a Parigi si discute, dall’Italia arriva una proposta audace. Francesca Caruso, assessora alla cultura della Lombardia, si è detta pronta a offrire una nuova casa temporanea alla Gioconda. «L’opera simbolo di Leonardo appartiene al patrimonio italiano, siamo pronti ad accoglierla», ha dichiarato al Giornale di Brescia. L’idea ha trovato l’appoggio anche di Natalia Strozzi, discendente di Monna Lisa Gherardini, che ha sottolineato come ospitare il capolavoro in Italia permetterebbe a molte persone di ammirarlo senza dover raggiungere Parigi.


LA RISPOSTA FRANCESE

Ma se l’Italia lancia segnali, la Francia fa muro. Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato un sopralluogo al Louvre per valutare la situazione e garantire interventi tempestivi. « Il Louvre è un simbolo della Francia, e la Gioconda ne è il cuore,» ha dichiarato a 20Minutes, escludendo di fatto l’ipotesi di un trasferimento dell’opera.

Per gestire l’afflusso continuo di visitatori e proteggere il dipinto, la direttrice des Cars ha proposto di spostare la Gioconda in una sala dedicata, sempre all’interno del museo, con migliori condizioni sia per la conservazione che per l’esperienza del pubblico.


LE SFIDE DEL LOUVRE

La Gioconda non è solo un capolavoro dell’arte, ma anche un simbolo culturale dalla storia. Leonardo da Vinci la portò in Francia nei suoi ultimi anni, dove fu acquistata dal re Francesco I, intrecciando per sempre il suo destino con quello del paese.

Eppure, il dibattito solleva questioni più ampie: come gestire e proteggere il patrimonio culturale mondiale in un’epoca in cui l’accessibilità si scontra con la fragilità delle opere? L’idea di riportare temporaneamente la Gioconda in Italia, per quanto utopica, accende una riflessione su come valorizzare i capolavori senza comprometterne la conservazione.

Nel frattempo, la Monna Lisa resta nella Salle des États, il suo enigmatico sorriso immutato, testimone silenziosa delle difficoltà del Louvre e delle speranze di chi, in tutto il mondo, guarda a lei come simbolo di un’arte senza confini.

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