Cerca

MOTOR VALLEY

Tutte le notizie e i fatti direttamente dal cuore della Motor Valley

fatti e notizie

MOTOR VALLEY

Processi hollywoodiani

Prima udienza del caso Justin Baldoni-Blake Lively: accuse di molestie e diffamazione infiammano Hollywood

Il giudice minaccia i legali di rimandare tutto al 2026 se non smettono di "litigare sui giornali"

Prima udienza del caso Justin Baldoni-Blake Lively: accuse di molestie e diffamazione infiammano Hollywood

Lunedì 3 febbraio, negli USA, si è tenuta la prima udienza del caso Justin Baldoni-Blake Lively, le due star del cinema protagoniste del film "It Ends with Us - Siamo Noi a Dire Basta" entrate in conflitto legale dopo che l'attrice aveva rilasciato un'intervista al New York Times nella quale Baldoni orchestrava con il suo team di agenti un piano diabolico per "cancellarla" (nel senso di renderla vittima del "cancel culture" per il suo atteggiamento da diva) e per nascondere i suoi crimini di molestie sessuali attuate su Lively durante le riprese del film.

Alla prima udienza, né Lively, né Ryan Reynolds (marito dell'attrice che ha preso parte alla causa fin dall'inizio in supporto alla moglie) erano presenti se non il loro avvocato Michael Gottlieb che al termine dell'udienza, durata 90 minuti, ha dichiarato alla testata americana "Deadline" di essere 'molto contento' di come sia andata: "Siamo soddisfatti del risultato dell'udienza di oggi e siamo impazienti di andare avanti con scoperta in questo caso. La Corte ci ha concesso la richiesta per tutti gli avvocati coinvolti, di non rilasciare alcuna dichiarazione che potrebbe in qualche modo pregiudicare la giuria".

Questa richiesta è stata fatta però solo dopo un particolare momento, in cui il giudice ha minacciato i legali di Lively e di Baldoni, l'avvocato Bryan Freedman, di rimandare il tutto a Marzo del 2026 se non avessero smesso di essere "litigiosi sulla carta stampata". Per quanto riguarda Baldoni, l'avvocato Freedman si è espresso a nome del cliente dichiarando che "Justin Baldoni ha sofferto danni dal valore di centinaia di milioni di dollari", una dichiarazione che però, a quanto detto dal legale di Lively e Reynolds, non ha espresso lo stesso entusiasmo, limitandosi a dire che "vuole che questo processo vada il più avanti possibile".

Nel corso del processo verranno presentate varie prove ed indizi davanti al giudice che mirano a provare, per Baldoni, la campagna di diffamazione organizzata dall'attrice e come Reynolds abbia portato avanti la sua personale campagna attraverso il personaggio "Nicepool" da lui creato per il film "Deadpool & Wolverine"; per Lively, le prove che aveva anche presentato nell'articolo del NYT, e cioè, le foto dei messaggi tra Baldoni e il suo team di manager che miravano a "seppellirla viva".

Lunedì si è concluso la prima fase di un processo che durerà 6 settimane con il caso che sarà presentato direttamente davanti al giudice e nonostante la maggioranza dell'opinione pubblica americana sia dalla parte di Lively e Reynolds, condannando un'altra volta le molestie sessuali nell'industria cinematografica, ci sono altri che non dimenticano quei momenti in cui Lively si era rivelata come diva (come mostrato nel video YouTube della giornalista norvegese Kjersti Flaa) e che adesso si trovano combattuti sul lato da cui stare.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter