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La fame dietro la fama: la dura realtà dei registi di successo, tra premi e difficoltà economiche

"Non riesciamo neanche a pagare l'affitto", la testimonianza del regista di "The Brutalist"

La fame dietro la fama: la dura realtà dei registi di successo, tra premi e difficoltà economiche

Sono tra le persone con più fama e rispetto nell'industria cinematografica dell'ultimo anno... e non riescono ad arrivare a fine mese. Non è uno scherzo, né una presa in giro, ma è la dura realtà dei registi americani che ogni anno, nonostante regalino emozioni agli spettatori nei cinema, non guadagnano da questo successo neanche una lira.

Testimone è Brady Corbet, regista nominato all'Oscar 2025 per il suo capolavoro "The Brutalist", candidato in 10 categorie, inclusi Miglior Film, Miglior Regista e Miglior Attore Protagonista per Adrien Brody. Il film, che fin dalla sua presentazione al Festival di Venezia, ha incassato e continua ancora adesso, un successo notevole e che lo rende un candidato perfetto all'Academy Award. È un motivo di soddisfazione per Corbet ma non tutti conoscono il retroscena. Fare il regista significa fare anche la fame e Corbet non ha esitato a testimoniarlo nel podcast di Marc Maron, "WTF".

Il regista ha raccontato di come il motivo primo per cui i registi come lui fanno la fame è per il periodo di promozione del film, che vede sia regista che cast in costante movimento, da un paese all'altro, per promuovere il film, dai festival alle interviste (di cui Corbet, fino ad ora, ne ha fatte 90). Un lavoro non retribuito ma pagato di tasca propria, che alla fine non lascia che polvere nel portafoglio. Il regista ha dichiarato come abbia ricevuto delle offerte per fare delle pubblicità in Portogallo e di come queste siano state di retribuzione: "È la prima volta che guadagno soldi in anni".

Adesso ci si chiederà: ma allora, se ha così tanti problemi finanziari, come ha fatto a dirigere e produrre "The Brutalist"? La risposta è un'ulteriore testimonianza di come il lavoro di filmmaker sia non solo tra i più complicati nel cinema ma anche tra i più sottopagati: Corbet ha impiegato circa 6 anni per ottenere i finanziamenti necessari a realizzare il film, prodotto da indipendente (cioè che è un film è prodotto senza l'intervento di una grande casa di produzione, autoprodotto dal regista). Il finanziamento finale per produrre il tutto è stato tra i 6 e i 10 milioni di dollari, il che sono stati sufficienti nonostante il flop del film precedente a "The Brutalist", "Vox Lux" che vedeva due attori di serie A come protagonisti (Natalie Portman e Jude Law), infatti il prodotto finale è stato straordinario e le sue 10 candidature ne sono state la prova.

Ma non è un caso isolato quello del regista di "The Brutalist": Corbet ha dichiarato di come si è confrontato con i colleghi registi anche loro candidati alla statuetta più importante di Hollywood (i quali nomi non ha citato) e di come abbiano affermato la situazione di vita. "Non riescono neanche a pagare l'affitto" ha dichiarato Corbet, aggiungendo anche come questo duro lavoro di promozione porti via non solo tanto denaro ma anche tanto tempo, "È un viaggiare costante, ma lavori anche sabato e domenica. Non ho avuto un giorno di riposo da Natale".

"The Brutalist" è disponibile alla visione nelle sale cinematografiche. Il capolavoro di Brady Corbet che racconta la storia di László Tóth, architetto ungherese ebreo scampato all'Olocausto e emigrato in America per ricominciare da capo con a fianco la moglie Erzsébet e la nipote Zsófia. 

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