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Lavoro
26 Marzo 2025 - 13:15
Numerosi posti di lavoro offrono retribuzioni così basse da rendere difficile per i lavoratori arrivare a fine mese. Questo non è un fenomeno nuovo, come confermato recentemente dai dati divulgati dall'Organizzazione Mondiale del Lavoro, secondo i quali i salari reali in Italia hanno subito una contrazione maggiore rispetto a qualsiasi altro Paese del G20. Da oggi, un'ulteriore conferma giunge dall'Istat: lo scorso anno, nel nostro Paese, è aumentato il numero di lavoratori a rischio povertà. Nel rapporto intitolato Condizioni di vita e reddito delle famiglie, l'istituto rileva che la percentuale di occupati in questa condizione, riferita a chi vive in famiglie con reddito netto inferiore alla soglia di povertà, è salita dal 9,9% del 2023 al 10,3%. Gli uomini risultano più in difficoltà rispetto alle donne (8,3% contro 11,8%), nonostante queste ultime abbiano una maggiore probabilità di ottenere un impiego a basso reddito. Infatti, poiché esse sono spesso "seconde percettrici" all'interno del nucleo familiare, la loro bassa retribuzione non si traduce necessariamente in un immediato rischio di povertà per l'intera famiglia.
Il rischio di povertà o esclusione sociale, ossia la proporzione di individui che vivono in famiglie a rischio povertà (18,9%) o in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale (4,6%) ovvero a "bassa intensità di lavoro", passa a sua volta dal 22,8% del 2023 al 23,1%, ciò è dovuto all'incremento dall'8,9% al 9,2% dei nuclei i cui componenti lavorano solo per pochi mesi all'anno. Questa situazione colpisce particolarmente le persone sole con meno di 35 anni (15,9% rispetto al 14,1% del 2023) e i genitori single, che mostrano una percentuale superiore al doppio della media nazionale (19,5% contro il 15,2% del 2023). Sul piano territoriale, il Nord-Est si conferma l’area con la minore incidenza di rischio di povertà o esclusione sociale (11,2%, rispetto all'11% nel 2023), mentre il Mezzogiorno resta la zona del Paese con la percentuale più elevata (39,2%, in confronto al 39% nel 2023).
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