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La guerra cibernetica
20 Dicembre 2024 - 16:50
Nella serata di giovedì, l’Ucraina ha vissuto uno degli attacchi informatici più gravi degli ultimi tempi, quando i registri statali contenenti dati sensibili su nascite, decessi, matrimoni e proprietà immobiliari sono stati manomessi da hacker russi. Il colpo ha paralizzato il funzionamento di alcuni servizi cruciali del paese, costringendo il Ministero della Giustizia a intervenire per il ripristino, un processo che, secondo le autorità ucraine, richiederà almeno due settimane per essere completato. Il governo di Kiev ha confermato che dietro l’attacco c'è la mano dei servizi segreti russi, un’altra mossa strategica nel contesto della guerra digitale che ormai accompagna quella sul campo.
L’impatto di questo attacco non si è limitato ai sistemi interni ucraini. Sei ambasciate, tra cui quelle di Albania, Argentina, Palestina, Macedonia del Nord, Portogallo e Montenegro, sono state danneggiate dalle operazioni hacker, e le strutture che le ospitano hanno subito pesanti ripercussioni. Il Ministero degli Esteri ucraino ha confermato i danni, mentre l’intelligence del paese ha avviato un’indagine penale per scoprire i responsabili e determinare se il gruppo di hacker responsabile sia effettivamente legato ai servizi segreti russi. Il lavoro delle forze di sicurezza si concentra su tre aree: respingere l’attacco, ripristinare l’infrastruttura danneggiata e documentare l’incidente come parte di una serie di crimini di guerra.
Questo non è il primo attacco informatico russo in Ucraina durante il periodo delle festività natalizie. Lo scorso dicembre, ad esempio, Mosca aveva lanciato un massiccio bombardamento aereo contro le infrastrutture energetiche ucraine, danneggiando impianti in diverse regioni e costringendo le autorità a imporre blackout prolungati per milioni di cittadini. Quest’anno, il colpo all’infrastruttura digitale rappresenta un’evoluzione preoccupante della guerra cibernetica in corso, che continua a prendere di mira obiettivi vitali per il funzionamento dello stato ucraino.
Dal 2022, le due nazioni si sono scambiate numerosi attacchi informatici, con obiettivi vari che spaziano da infrastrutture strategiche a istituzioni governative. Nonostante gli sforzi per arginare il fenomeno, la guerra cibernetica è ormai diventata una costante nel conflitto, con ripercussioni globali sempre più evidenti. L’attacco hacker di giovedì segna un nuovo capitolo di questa escalation digitale, che sembra non conoscere sosta. L’intensificarsi degli attacchi alle infrastrutture critiche dell’Ucraina dimostra come il conflitto tra le due nazioni sia ormai combattuto su più fronti, fisici e virtuali, con l’obiettivo di danneggiare il funzionamento dello stato ucraino su ogni livello.
L’attacco alle infrastrutture digitali ucraine, infatti, non è solo una minaccia per la sicurezza interna, ma per la stabilità internazionale. Il fatto che anche le ambasciate siano state colpite sottolinea l’intento strategico di Mosca di minare le fondamenta diplomatiche e l’organizzazione internazionale dell’Ucraina. Le ripercussioni di questi attacchi non sono limitate alla sfera digitale ma si estendono alle relazioni internazionali, mettendo in evidenza quanto il conflitto cibernetico stia diventando un’arma politica di primaria importanza.
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