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Pnrr a Bologna: il maxi piano da oltre un miliardo tra sfide e risultati

L'assessora Boni: "Lavoro gigantesco e complesso, ma la città sta tenendo il passo"

Pnrr a Bologna

La città regge il passo

Un impegno definito "gigantesco" e portato avanti "in maniera stoica", con il rispetto delle tempistiche previste.
Così il Comune di Bologna, attraverso l'assessora Anna Lisa Boni, fa il punto sugli investimenti del Pnrr in città.
Si tratta di 52 progetti finanziati con 807 milioni di euro di fondi Next Generation EU, per un valore complessivo che supera 1,1 miliardi di eurorendendo Bologna il territorio con il più alto ammontare di fondi pro capite.
Questa mattina, in commissione Bilancio a Palazzo d'Accursio, Boni ha fornito un aggiornamento dettagliato:
Le liquidazioni effettuate ammontano a 350 milioni di euro.
Gli anticipi richiesti sono 269 milioni, di cui 249 già incassati.
Le spese rendicontate raggiungono 236 milioni, con 100 milioni già in cassa.
Altri 70 milioni dovrebbero essere rendicontati nelle prossime settimane.
Le opere in corso: trasporti in primo piano
Oltre il 70% dei fondi Pnrr è destinato alla realizzazione delle due linee del tram, con il capitolo mobilità – che comprende anche ciclabili e bus a idrogeno – che sfiora gli 890 milioni di euro.
Altri investimenti riguardano:
118 milioni per il Piano urbano integrato, inclusa la creazione del Polo della conoscenza.
22 milioni per la rigenerazione urbana.
23 milioni per le scuole.
28 milioni per la riqualificazione energetica e la sicurezza delle infrastrutture.
11,5 milioni per opere in ambito sportivo.
8 milioni per la cultura, tra cui il consolidamento della Torre Garisenda.
6,4 milioni per il welfare.
9,5 milioni per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
Sfide e difficoltà nella gestione del Pnrr
Le opere procedono secondo la tabella di marcia, ma il lavoro resta complesso. 
"Ogni dipendente dell'ufficio Pnrr lavora per dieci", sottolinea Boni, evidenziando le difficoltà di gestione e la necessità di maggiori risorse umane.
Un ulteriore ostacolo è la lentezza nelle liquidazioni da parte dei Ministeri, che il Comune sta compensando anticipando fondi propri. 
"Il Ministero delle Infrastrutture è quello con cui abbiamo più difficoltà, semplicemente perché gestisce la maggior parte dei finanziamenti", spiega Boni.
A complicare il quadro ci sono anche differenze nei sistemi di controllo tra i dicasteri, che generano incomprensioni, richieste di integrazione e interpretazioni diverse.
Per questo, l'assessora auspica "maggiore omogeneità nei controlli".
Un sistema in evoluzione
Nonostante le criticità, la rendicontazione delle spese è stata semplificata e i rapporti con le amministrazioni centrali sono migliorati.
Tuttavia, è improbabile che il Comune partecipi a nuovi bandi per ulteriori fondi Pnrr, dato che le scadenze restano stringenti e sarebbe difficile completare nuovi progetti entro il 2026.
Infine, per le opere escluse dal finanziamento Pnrr, Boni assicura che sono state individuate fonti alternative per garantirne la realizzazione.
La consigliera Isabella Angiuli (PD) elogia la "mole di interventi portati avanti con grande efficienza e responsabilità", mentre Franco Cima (PD) sottolinea la necessità di rivedere il modello di gestione dei fondi: "La messa a terra delle opere è sulle spalle degli enti locali, forse in futuro è meglio cambiare approccio".

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