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Bologna e il nuovo volto della povertà: sempre più lavoratori chiedono aiuto alla Caritas

Il calo dei salari e l’aumento del costo della vita spingono un numero crescente di persone, pur occupate, a rivolgersi ai centri di ascolto.

Nuove povertà

Bologna Caritas

Bologa: Il sindaco Lepore: “La Caritas non può sostituire il welfare, servono salari più alti e servizi pubblici più forti”
I dati Istat pubblicati ieri confermano una tendenza allarmante: in Italia cresce il rischio di povertà e avere uno stipendio non basta più per evitarla.
Anche a Bologna, il fenomeno è sempre più evidente.
"Stanno aumentando le persone che si rivolgono ai nostri sportelli, ai centri di ascolto e alle parrocchie della Diocesi, e sono lavoratori", spiega don Matteo Prosperini, direttore della Caritas di Bologna, a margine dell’inaugurazione di Casa Rider a Porta Pratello.
Un dato che evidenzia il problema dei cosiddetti “lavoratori poveri”, ossia persone che, pur avendo un impiego, faticano ad arrivare a fine mese.
Più che di "nuovi poveri", secondo don Prosperini, bisognerebbe parlare di "nuove povertà", perché l’obiettivo deve essere quello di intervenire prima che la situazione diventi irreversibile.
Strutture come Casa Rider nascono proprio per contrastare questo scivolamento e offrire una rete di sostegno a chi si trova in difficoltà.
A preoccupare ulteriormente è il quadro economico generale.
"I dati Istat e Ocse ci dicono che l'Italia è il Paese del G20 che ha subito la maggiore perdita salariale", sottolinea il Sindaco Matteo Lepore.
"Al di là delle narrazioni ottimistiche, la realtà è che il potere d'acquisto dei lavoratori continua a diminuire.
Questo ha conseguenze pesanti sulle famiglie e anche sui bilanci comunali: meno salari significano più bisogno di servizi sociali, trasporti pubblici e sostegno nella vita quotidiana".
Secondo Lepore, la risposta non può essere affidata solo alla Caritas. "Dobbiamo sempre supportarla e ringraziarla per il lavoro che svolge, ma se il welfare del Paese si riduce alla carità, non andremo lontano.
Servono servizi pubblici più forti e salari più alti".
A complicare il quadro c’è anche il calo della produzione industriale, che prosegue da 24 mesi.
"Il governo deve intervenire – conclude Lepore – e il mondo del lavoro deve tornare al centro del dibattito politico.
Le questioni internazionali sono importanti, ma l’Europa e l’Italia devono dimostrare maggiore credibilità sul fronte sociale".

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