Le manifestazioni contro il DDL Sicurezza, che oggi attraversano Bologna, Roma e Napoli, evidenziano ancora una volta come il dibattito politico sia sempre più schiacciato su una lettura binaria della realtà. Da una parte, la "destra" accusata di attuare un "golpe burocratico", dall’altra, la "sinistra" che si erge a baluardo dei diritti costituzionali. Ma questa polarizzazione è davvero l’unico modo per leggere la politica? Oppure rischiamo di perdere di vista il significato più ampio delle situazioni? Il DDL Sicurezza: Una Questione di Equilibri Il decreto in questione ha sollevato polemiche per alcune delle misure proposte: dal divieto di vendere SIM ai minori stranieri sbarcati in Italia, al carcere per le donne incinte, fino a nuove aggravanti per chi manifesta contro le grandi opere. La protesta che ne è derivata ha assunto toni netti e assoluti, come se il dibattito non potesse più articolarsi se non nella contrapposizione totale. Eppure, la politica dovrebbe essere il luogo della negoziazione e della comprensione reciproca, non solo dello scontro. L’allarme lanciato dalla rete "No DDL Sicurezza - A pieno regime" parla di un attacco ai diritti civili e alla libertà di dissenso. Di contro, il governo giustifica la decretazione d’urgenza come necessaria per garantire ordine e sicurezza. Oltre la Semplice Contrapposizione Il vero rischio non è solo quello che un provvedimento possa restringere o meno i diritti, ma che la politica stessa si trasformi in una guerra di posizione permanente, in cui l’unico obiettivo sia abbattere l’avversario. Se il dibattito rimane ancorato alla logica della tifoseria, si perde la possibilità di affrontare le sfide con lucidità. La protesta in piazza è uno strumento di democrazia, così come lo è il processo legislativo. Ma quando il confronto si riduce a una battaglia di slogan – da un lato la "repressione" e dall’altro la "sicurezza" – il rischio è che la discussione smarrisca il senso della realtà concreta che si vuole regolare. Il Ruolo delle Istituzioni e della Società Civile Il ruolo del Presidente della Repubblica, che ha già espresso perplessità su alcune misure, dimostra che esistono anticorpi istituzionali capaci di bilanciare gli eccessi. Tuttavia, il compito di una democrazia sana non è solo quello di creare argini, ma di promuovere una cultura del dialogo. Oggi più che mai, servirebbe una politica che sappia interpretare i bisogni senza ridurli a una lotta tra schieramenti. Il diritto al dissenso e la necessità di sicurezza non sono concetti inconciliabili, se si ha il coraggio di sottrarli alla logica della faziosità. Forse, il vero problema non è solo il DDL Sicurezza, ma il modo in cui scegliamo di discutere – o di non discutere – della sua esistenza.
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