Qualche apertura in più per gli esercenti, ma con un occhio vigile sulla legalità. Il Comune di Bologna ha approvato il nuovo Regolamento per l’esercizio del commercio nelle aree di particolare valore culturale, noto come “decreto Unesco”, che definisce le regole per le attività nel centro storico cittadino. Il testo, aggiornato rispetto alla versione del 2019 e prorogata nel 2022, è stato licenziato dalla Giunta e si appresta ora a passare al vaglio del Consiglio comunale. L’obiettivo: mantenerlo in vigore fino al 2028. "Non cambia l'indirizzo politico", ha spiegato l’assessora al Commercio, Luisa Guidone, in conferenza stampa. "Vogliamo continuare a tutelare il mix merceologico del centro, per garantire ai cittadini un’offerta variegata e di qualità". Allo stesso tempo, però, il nuovo impianto consente “piccoli movimenti” che potranno arricchire i servizi presenti sul territorio. Il Regolamento, infatti, è frutto di un confronto con le associazioni di categoria e tiene conto delle esperienze maturate in questi anni. Le novità principali La zona interessata resta invariata: si tratta del nucleo di antica formazione del centro storico. Viene confermata anche la possibilità di derogare ai divieti attraverso progetti speciali, ma cambia la procedura. La Giunta non sarà più chiamata ad approvare i singoli progetti, bensì a definire i criteri di valutazione, in accordo con le categorie. La valutazione passerà a una Commissione comunale e, in caso di esito favorevole, l'autorizzazione sarà rilasciata dal dirigente competente, sostituendo la vecchia modalità tramite Scia. Resteranno comunque escluse dai progetti speciali alcune tipologie di attività: money change, phone center, internet point, money transfer, compro-oro, negozi h24 con soli distributori automatici, agenzie di scommesse e apparecchi per vincite in denaro. Tra le aperture previste dal nuovo testo, invece, ci sono: • la possibilità di vendere alimentari all’interno di farmacie, parafarmacie ed erboristerie; • la vendita di integratori alimentari nei negozi non alimentari (es. negozi sportivi), entro il 3% della superficie e con un massimo di dieci metri quadri; • la vendita di prodotti alimentari da parte di laboratori artigianali o pubblici esercizi, con esclusione degli alcolici e con i medesimi limiti dimensionali. "È il caso del macellaio che vuole vendere anche pasta e sugo", chiarisce Guidone. “Fuori dal centro è normale, ora lo sarà anche in centro”. Altra novità: sarà possibile aprire magazzini e depositi, purché in locali che non siano stati adibiti in precedenza a negozi o uffici su strada — via libera, ad esempio, per cantine o garage. Più controlli: tolleranza zero per chi sgarra Sul fronte dei controlli, arriva una stretta importante. Chi presenta un progetto speciale sarà sottoposto a verifiche sulla regolarità fiscale e contributiva, oltre ai requisiti morali per contrattare con la pubblica amministrazione. In caso di lavoro irregolare accertato, l'autorizzazione sarà revocata, così come per le attività che non rispettano il progetto approvato. Nessun indennizzo è previsto per la decadenza. Le nuove norme si applicheranno anche ai progetti già approvati in passato.
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