L’Italia è storicamente la culla della dieta mediterranea, un patrimonio di benessere riconosciuto a livello mondiale. Eppure, oggi siamo anche uno dei paesi europei con i più alti tassi di sovrappeso e obesità infantile. Una contraddizione che inquieta, soprattutto se si guarda al crescente divario tra ciò che potremmo essere a tavola e ciò che stiamo diventando. I dati parlano chiaro: nel Mezzogiorno la situazione è ancora più critica. Gli stili alimentari sbilanciati, ricchi di zuccheri raffinati, grassi saturi e cibi ultraprocessati, stanno prendendo il posto dei piatti semplici, equilibrati e nutrienti che per decenni hanno caratterizzato la cucina italiana. Ma non si tratta solo di estetica o di taglie da indossare: il cibo è un messaggio che il corpo ascolta ogni giorno. E reagisce. Oggi alla Camera dei Deputati si è discusso proprio di questo, durante la presentazione dell’indagine conoscitiva sui disturbi dell’alimentazione in età evolutiva. Il focus è stato sull’obesità, spesso vissuta come un problema secondario rispetto ad altri disturbi del comportamento alimentare, ma che in realtà ne rappresenta il possibile inizio. Una sorta di porta d’ingresso verso disordini più complessi, che riguardano non solo il corpo, ma anche la mente e le emozioni. Il tema non può essere rimandato. Perché ciò che mangiamo da giovani ci accompagna per sempre. I danni di un’alimentazione sbagliata non si vedono subito, ma si accumulano come piccoli debiti: prima si manifestano con stanchezza, difficoltà di concentrazione, cali di umore; poi possono trasformarsi in problemi metabolici, infiammazioni croniche, disturbi del sonno. Fino a condizioni più gravi come diabete, ipertensione, o disturbi alimentari veri e propri. Educare all’alimentazione oggi significa investire sulla salute mentale, sulla capacità di affrontare la vita con energia, lucidità e libertà. Eppure, il cibo viene spesso trattato come riempitivo di tempo o come compensazione emotiva. Mangiare bene non è una moda, è una forma di rispetto verso se stessi. E soprattutto, è una scelta potente. Una scelta che comincia nel piatto, ma arriva molto più lontano: nel modo in cui ci vediamo, ci sentiamo e ci relazioniamo con gli altri. Non serve demonizzare il panino al volo o la pizza con gli amici. Serve però ritrovare un senso. Tornare a cucinare, a scegliere, a capire. Perché il corpo non dimentica. E il futuro si costruisce anche attraverso un morso consapevole, è necessario nutrirsi ogni giorno, una buona dose di cibo e acqua!
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