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San Marco, il giorno della libertà

25 aprile: la forza di una vita libera, il valore del rispetto, la responsabilità di convivere

Una data

Una ricorrenza

Oggi da calendario è San Marco.
Nome di un evangelista, certo, ma anche simbolo di una città che ha saputo aprirsi al mondo senza rinunciare a se stessa. Un leone alato che porta pace, ma sa ruggire quando serve proteggere ciò che ha valore: la vita, la parola, la libertà.
E allora oggi parliamo proprio di questo.
Non di una festa da calendario, ma di una conquista.
Libertà non solo dalla guerra, ma da ogni imposizione che ci vuole muti, uguali, spenti.
Libertà di pensiero, prima di tutto.
Di scegliere cosa credere, chi ascoltare, cosa mettere in discussione.
Libertà di vivere, senza paura di essere giudicati.
Di amare chi si vuole, di lavorare con dignità, di non piegarsi alla violenza.
Libertà di esprimersi, senza odio, senza armi, senza rumore.
Libertà di scegliere, ogni giorno, il bene più difficile: il rispetto dell’altro.
E in tutto questo, non dimentichiamolo:
una vita vale sempre più di una ragione.
Chi urla, chi insulta, chi alza le mani o le parole, ha già perso la direzione.
Perché ogni conquista vera parte dal rispetto della vita altrui.
Dalla capacità di smorzare, non incendiare.
Di includere, non dividere.
Solo alla fine di questo elenco possiamo dire grazie.
A chi ha reso possibile tutto questo, anche se non lo conosciamo.
A chi ha scelto la non violenza quando tutto sembrava perduto.
A un tricolore che non chiede applausi, ma comportamenti.
E questo rispetto vale per chiunque viva su questa terra, anche se nato altrove.
Perché vivere in Italia significa entrare in una storia che ha scelto, una volta per tutte, di non rinunciare alla libertà.
E chi arriva, chi resta, chi cresce qui, è chiamato a proteggerla — non con le bandiere, ma con la coscienza.

E oggi, come allora, c’è bisogno di una nuova Liberazione.
Non dai carri armati, ma dalla violenza dalla superficialità, dalla rabbia che divora ogni pensiero.
Servono persone semplici e coraggiose, che non cercano potere, ma cura.
Che non alzano muri, ma tendono la mano.
Che non parlano di libertà: la vivono, con rispetto.
Perché la società si salva ogni giorno, con un gesto alla volta.
E la vera Liberazione oggi è questa:
restare umani, anche quando è più facile voltarsi dall’altra parte.
No alla violenza
 
 

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