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Pensare per Bologna: riflessione o illusione?

Quando il governo cittadino dimentica la concretezza e l’azione, resta solo una parodia del pensiero.

autore: Altan fumettista

Renè Descartes: il dubbio (fumettista Altan)

Pensare per Bologna, oggi, pare un compito arduo per il Sindaco e la sua giunta, alla luce di alcune scelte amministrative che suscitano più dubbi che certezze. Basta guardare due aspetti concreti e visibili: la sicurezza stradale e la gestione del verde urbano.
Nel primo caso, la città ha adottato il limite dei 30 km/h, ma non è la velocità a causare i problemi. È piuttosto l’inadeguatezza delle scelte infrastrutturali: piste ciclabili tracciate al centro dei viali, con incroci pericolosi e traffico caotico, che aumentano il rischio anziché ridurlo. Solo ieri, in zona Santo Stefano, un altro ciclista è stato investito. Dobbiamo davvero continuare a chiamarlo progresso?
Sul fronte del verde cittadino, la situazione non migliora. Si tagliano alberi sani, spesso in perfetta salute, per piantare esemplari giovani e fragili, probabilmente in nome di direttive europee più che di esigenze locali. Nel frattempo, si ignorano alberi visibilmente pericolanti, espressione di un disinteresse generale per la vera cura del territorio.
Chi ha mai visto un giardiniere urbano in azione? Chi ha mai assistito a un vero intervento di cura e manutenzione del verde, al di là dei tagli? Gli alberi, in questa città, sembrano avere solo due destini: sopravvivere da soli o essere abbattuti. Nessuna politica di prevenzione, nessun progetto di valorizzazione del patrimonio arboreo. Si parla di ambiente, ma la realtà è fatta di scelte miopi e azioni assenti.
E allora, viene da chiedersi: cosa significa davvero "pensare" per una città?
Lo ricordava Bonvi, con la sua satira visionaria: "Cogito ergo adsum", penso, dunque sono qui. Non solo esistenza, ma presenza concreta, impegno, azione reale. Una critica raffinata al pensiero che resta astratto, che non si traduce in cura, che non si fa progetto. Il pensiero, se c’è, deve lasciare traccia. Deve essere visibile nelle strade, nei parchi, nei dettagli quotidiani.
Pensare non è slogan. Non è immagine da campagna. Pensare è rispondere ai bisogni. È prendersi cura. È avere una visione e saperla realizzare. È essere presenti, davvero.
A Bologna oggi, purtroppo, si assiste troppo spesso a un vuoto di pensiero travestito da innovazione. Un pensiero che forse c’è stato, ma si è fermato a metà strada.
E la città di Bologna lo sente. Lo vive. Lo subisce.

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