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Ex Breda, così i bus italiani diventano cinesi (davanti a sindaco e Schlein)

In mattinata presidio ai cancelli, poi al pomeriggio al Mimit l'annuncio: ai nuovi soci il 25% della storica azienda

Ex Breda, così i bus italiani diventano cinesi (davanti a sindaco e Schlein)

Il futuro di Iia è cinese. La nuova proprietà, nel presentare il piano industriale, ha infatti svelato l'accordo con un partner cinese che rileverà il 25% della storica azienda produttrice di autobus. Il tutto dopo aver ribadito la centralità della sede di Bologna nel piano degli investimenti e nuove assunzioni. Tutte notizie arrivate dopo che, in mattinata, c'era stato un presidio davanti alla sede della ex Breda, in via San Donato, con la partecipazione del sindaco Matteo Lepore e di Elly Schlein.

Una mattinata di passione, dunque, per l'Industria Italia Autobus, partita con il presidio contro l'ipotizzato trasferimento di una settantina di operari alla sede di Fiumeri, in provincia di Avellino, e proseguita con l'aggiornamento al Tavolo al Mimit dello stato dell'arte della nuova proprietà, la Seri Industrial, che solo a luglio aveva rilevato il 98% della ex Bredamenarini da Invitalia e Leonardo.

Ed è stato a Palazzo Piacentini che l'amministratore delegato di Seri Industrial, Vittorio Civitillo, ha annunciato la firma di un Memorandum of Understanding vincolante con un "primario attore cinese nel settore degli autobus" per la partecipazione con una quota del 25% nel capitale sociale di IIA. L'operazione, che risulta in uno stadio molto avanzato della trattativa, prevede anche un investimento finalizzato alla produzione di veicoli commerciali. 

Al ministro Urso, dunque, riesce di portare infine un produttore cinese in Italia, in attesa che si sviluppino e arrivino a concretezza le trattative avviate anzitutto con Dongfeng, per un competitor da opporre a Stellantis e riuscire a realizzare quella prospettiva di un milione di veicoli prodotti in Italia. Le agenzie di stampa non riferiscono il nome del produttore, ma pesanti indizi portano a BYD, i cui bus circolano già in diverse città italiane, tra cui Torino, mentre bisogna ricordare che i manager di China City Industrial Group hanno visitato la fabbrica di Avellino, mesi fa.

Con i cinesi nel capitale sociale, dunque, via libera a investimenti in direzione dell'elettrico, ma anche con l'assunzione di 60 nuovi dipendenti nella sede di Bologna e altri 180 lavoratori nello stabilimento produttivo di Flumeri, in provincia di Avellino.

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