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IL GIALLO
18 Settembre 2024 - 16:51
Come ha fatto Chiara Petrolini, 22 anni, a celare due gravidanze senza che nessuno se ne accorgesse? Come ha gestito, da sola, due parti e, se l'ipotesi dell'accusa sarà confermata, occultato i corpi di due neonati? L'indagine della Procura di Parma apre uno scenario inquietante: Chiara è accusata di aver ucciso il suo secondo figlio e forse anche il primo.
La vicenda, che coinvolge una giovane studentessa di giurisprudenza, attiva nel volontariato e stimata nella comunità parrocchiale, solleva interrogativi profondi non solo dal punto di vista legale ma anche psicologico. Perché non ha cercato aiuto? Per quale motivo, dopo il trauma della prima gravidanza segreta e la sepoltura del neonato nel giardino di casa, si è ritrovata nuovamente in una situazione simile, ripetendo lo stesso tragico gesto?
La svolta nelle indagini arriva con un comunicato stampa del 16 settembre, quando gli inquirenti confermano il ritrovamento, avvenuto il 9 agosto 2024, del corpo di un neonato nella villetta dove Chiara vive con i genitori. La ragazza avrebbe partorito da sola, senza che nessuno fosse a conoscenza della gravidanza o del parto. Gli investigatori parlano di un “parto in solitudine”, sottolineando la totale assenza di supporto o assistenza.
Un secondo rinvenimento di resti ossei, ancora sotto esame, apre nuovi dubbi temporali e investigativi. Al momento, Chiara è indagata a piede libero per omicidio volontario e occultamento di cadavere del secondo neonato, mentre sul primo restano ancora delle incognite.
La villetta dove sono stati trovati i corpi è circondata da un recinto, difficilmente accessibile a estranei. Frequentata solo da pochi membri della famiglia, l’attenzione si concentra su Chiara, che ha un precedente recente e troppo specifico per escluderla. Tuttavia, rimangono incognite: ha voluto realmente uccidere entrambi i neonati?
L’autopsia ha stabilito che il secondo neonato era vivo al momento del parto, ma non è ancora chiaro se la sua morte sia stata causata da un'azione diretta della madre o da abbandono, forse perché Chiara non era in grado di prendersene cura. Non è nemmeno certo che abbia partorito spontaneamente in entrambi i casi: potrebbe aver indotto il parto, magari cercando di provocare un aborto senza rendersi conto che la gravidanza era troppo avanzata.
Oltre agli aspetti legali, il caso solleva enormi interrogativi sullo stato mentale di Chiara. Perché non ha mai cercato aiuto? La sua vita, all’apparenza normale e impegnata nel sociale, cela un dramma personale profondo che sfida ogni logica. Un percorso di solitudine e segreti che, se confermato, racconta una tragedia che va oltre la comprensione.
Mentre gli inquirenti continuano a indagare, la comunità è scossa e incredula: come può una giovane ragazza, descritta da chi la conosce come responsabile e altruista, essere coinvolta in una vicenda così oscura?
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