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Caos a Bologna: allarme rosso, ma le evacuazioni non partono

La gestione dell' allerta rossa solleva critiche per la scarsa comunicazione e l'inefficienza delle operazioni di sgombero nella zona San Ruffillo e Lungosavena

Caos a Bologna: allarme rosso, ma le evacuazioni non partono

Matteo Lepore

Matteo Lepore, ieri sera poco dopo le 21, lancia l’allarme: "allerta rossa" per la zona San Ruffillo e Lungosavena, con la necessità di sgombrare alcuni stabili di un piccolo elenco di strade che affacciano direttamente sul fiume che divide
il capoluogo dai comuni di San Lazzaro e Pianoro.

Immediata la mobilitazione della protezione civile che, verso le 23, si concentra nel piccolo piazzale antistante il ponte che separa il comune di Bologna dalla frazione di Rastignano, al termine di via Toscana, dove inizia, appunto, il territorio amministrato da Pianoro. Ci sono due mezzi della croce rossa; tre della polizia di Stato; due dell’Arma dei carabinieri e altrettante della polizia municipale.

Da dove iniziare? Qualcuno legge il post pubblicato dall’ufficio stampa del sindaco su Telegram e sulle pagine Facebook dell’amministrazione, dove si parla di svariati numeri dispari delle via Toscana e Paleotto. Quelli pari sono competenza del collega di Lepore, Luca Vecchiettini, alla guida di un’amministrazione civica che ha proprio recentemente sconfitto il Pd e lì le operazioni di sgombero sono iniziate.

Dalla parte ovest del fiume, invece, bisogna aspettare che qualcuno arrivi col foglio firmato dell’ordinanza del sindaco, perché non si possono prelevare le persone dalla propria casa, in base solo a un messaggino sui social. Aspetta un’ora, aspetta due, tra agenti e volontari inizia a diffondersi un po’ di sconcerto: che ci stanno a fare tanti uomini sul ponte, se non si può procedere alle operazioni? Appunto, che ci stanno a fare? Qualcuno mette mano al cellulare e cerca di capire cosa mai possa essere successo e tenta di comprendere se siano cambiate le disposizioni.

Dai social del Comune, però, sembra che, invece, gli uomini e le donne mobilitate stiano già operando. Aspetta ancora un po’ e, alla fine, poco dopo l’una del mattino, la "brigata" si scioglie, tornando chi in caserma, chi a casa sua, senza aver appreso nulla di quanto accaduto.

Oggi, la notizia non ha mancato di sollevare qualche polemica - inevitabile - sul versante politico. Daniele Marchetti, consigliere regionale della Lega, rileva come sia incredibile questa mancanza di coordinamento tra istituzioni in un momento così delicato e per tanti addirittura drammatico: «Ci si lamenta sempre della scarsità di mezzi e di personale, poi, si lasciano in mezzo a una strada una ventina tra agenti delle forze dell’ordine e generosi volontari senza una spiegazione?». «Fatti come questi - conclude Marchetti - contribuiscono meglio di tante analisi ufficiali a spiegare perché le emergenze climatiche abbiano spesso conseguenze tanto disastrose, sul nostro territorio».

Di "corto circuito comunicativo" parlano anche Manes Bernardini e Costanza Bendinelli, esponenti di Forza Italia. «Ciò che è accaduto - scrive Bernardini e la Bendinelli - ha lasciato sgomenti molti operatori, volontari e cittadini. Mentre sui social si annunciano evacuazioni di parti della città, a livello amministrativo comunale si registra il silenzio e il buio completo. La città più progressista d’Italia si impantana nell’inefficienza della macchina emergenziale che, invece di aiutare, rischia di essere un’ulteriore fonte di grave disagio per i cittadini interessati». Curiosamente, non sono pochi i siti d’informazione, stamane, che danno notizia dello sgombero delle strade indicate nel comunicato di Palazzo d’Accursio, in realtà mai avvenuto. Almeno stanotte e fino ad adesso.

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