C'è una forza più potente di quella dell'alluvione: è quella dei romagnoli. La resa non è mai stata un’opzione

Un’altra notte fuori casa. Anziani, famiglie, disabili, donne incinte, tutti strappati dalla loro quotidianità, senza nemmeno il tempo di preparare una valigia. I romagnoli però, si sa, sono testardi. Non è la prima volta che affrontano il fango, né sarà l’ultima. “Tin Bota”, dicono. Tieni duro. Lo hanno imparato nel 2023, e non è cambiato nulla: sempre in prima linea, sempre pronti a resistere. Ma come si fa a resistere quando tutto intorno crolla?

Questa è la domanda che ci si pone mentre si vedono le palestre trasformate in dormitori di fortuna, eppure nessuno si lamenta. Non c’è spazio per le lamentele, solo per l’azione. Anche stavolta, più rapida dell'acqua che invade, arriva la solidarietà: posti letto offerti sui social, ristoranti che spalancano le porte per un pasto caldo. La Romagna risponde con il cuore, e lo fa in fretta.

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Le insegnanti a casa per via delle scuole chiuse diventano baby sitter volontarie. I canili aprono le loro gabbie agli animali degli sfollati. Non è solo un atto di generosità, è un modo di dire: “Non ci arrendiamo”. Non lo hanno fatto nel 2023, e non lo faranno adesso.

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La Romagna in ginocchio? Forse. Ma sconfitta? Mai. Tin Bota, Romagna. Lo hai già fatto una volta, lo farai ancora.